Cultura

A Damasco un 11 settembre un po’surreale

Yalla Italia con VITA 35/2007: Alcuni arabi sono abili con le parole a costruire castelli, a colorare di rosa una realtà che si mostra completamente il contrario... Di Emad Wafa

di Redazione

Alcuni arabi sono abili con le parole a costruire castelli, a colorare di rosa una realtà che si mostra completamente il contrario. Le ?chiacchiere? sono una consuetudine affermata nei Paesi arabi, tutto ciò che accade diventa l?argomento della giornata, ma per quello che è accaduto l?11 settembre non basterebbe una giornata sicuramente; infatti mentre lavoravo nel mio ufficio a Damasco quel giorno, entrò una mia collega, il cui viso lasciava trasparire una forte agitazione, e disse: «Oh, oh è arrivato il Giorno del Giudizio? ora non potrò più sposarmi!»; lei era fidanzata e a dicembre doveva sposarsi. L?altra collega che la seguiva ridendo disse: «Ma dai, stanno solo giocando con degli aerei?». Io non capivo ciò che stesse accadendo, così la mia collega mi invitò a guardare la tv, che era nella stanza accanto alla nostra. Li trovai altri cinque colleghi che guardavano lo schermo con sguardi fissi come se stessero guardando i loro idoli; ad un certo punto uno di loro ruppe il silenzio che si era creato e disse: «Ma cos?è? Una guerra?», e l?altro rispose: «No, è una play station». E continuavano le chiacchiere fino a quando arrivò il direttore e disse: «Loro giocano con gli aerei e noi perdiamo tempo al lavoro! Andate immediatamente a lavorare o la tv non ci sarà più». In pochi minuti tutti erano spariti, solo la mia collega preoccupata per il suo matrimonio passava ogni tanto a controllare come procedevano gli eventi e girava poi a dare delle informazioni agli altri. Quella giornata di lavoro in realtà non finiva mai, e mezz?ora prima della chiusura venne il direttore e disse: «Basta per oggi? andiamo a casa a seguire la partita». Tutti sparirono veloci come la luce. A casa tutto era normale, nella strada all?angolo vi era Abu Abdo che come sempre vendeva i pistacchi freschi assieme ai giornali; i negozi erano tutti aperti, la gente lavorava, però io corsi a casa? Anche nell?autobus tutto era normale, si sentivano parole, ma si parlava come se si stesse parlando di una partita di calcio. Arrivai a casa credendo di trovare la mia famiglia accanto alla tv; invece no. Mia madre, ad esempio, aveva preferito fare altro perché lei solitamente guarda la tv solo quando trasmettono bei programmi. Cambiando canale cercavo di comprendere cosa stava accadendo, invece tutto continuava ad essermi ignoto, allora mi diressi al mercato dove si incontrano i ragazzi per chiacchierare, infatti tutti parlavano di tutto e di tutti? Abu Sa?id diceva che la prima delle torri era crollata perché una formica ci aveva costruito una galleria sotto; la seconda non volendo restare da sola ha seguito la sua gemella? il suo amico, più ragionevole, diceva che quello era un film? e tante altre storie. La mia sorellina aveva ragione, meglio guardare un cartone animato e se non vuoi sentirti bimbo guarda un documentario sugli animali. Però mi raccomando: mai i mass media…

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