Politica

A Cuneo il terzo settore metterà tutti d’accordo?

Centrodestra e centrosinistra con Federico Borgna (Uici)

di Antonietta Nembri

Vuole «guardare avanti». Nulla di strano per lo slogan di un candidato sindaco, ma la singolarità è che Federico Borgna che corre per la poltrona di primo cittadino di Cuneo è il presidente piemontese dell’Uici (l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti) e non vedente egli stesso. Consulente finanziario, 38 anni è il candidato di una coalizione di liste civiche. La sua candidatura in pratica mette insieme realtà che provengono dal centrosinistra e dal centrodestra, andando oltre gli schieramenti del bipolarismo e per fare sintesi le cinque liste si sono affidati a una persona che è espressione della società civile e in particolare dell’associazionismo.

La prima cosa cui tiene Borgna è il sottolineare che, in caso di elezione «non sarò il sindaco solo delle fasce deboli. Certo la mia candidatura, anche per il mio vissuto e la mia storia, vive un’attenzione particolare per l’integrazione e la tutela delle fasce deboli, ma anche il sindaco uscente aveva questa sensibilità e io mi pongo in una felice continuità».

Quale relazione tra l’impegno nell’associazionismo e quello politico?
«Sono due momenti correlati per me il fare attività nell’associazione e fare politica, un passaggio che nasce anche dalla mia idea di politica che è capire i bisogni delle persone ed elaborare delle risposte. Ma è una storia che nasce da lontano»

Ce la racconti.
«Qualche anno fa, nel 2009, il sindaco del paese dove abitavo Bernezzo, mi ha chiesto di candidarmi sostenendolo in una lista civica. Ho accettato curioso di mettere insieme l’esperienza del volontariato con l’amministrazione pubblica. Sono stato il secondo più votato e sono diventato assessore al bilancio e alle politiche sociali. Questo è stato il primo contatto con la politica».

Per conto dell’Uici ha avuto spesso contatti con le istituzioni?
«Sì, anzi per l’Uici ho seguito e sviluppato il progetto Easy Walk in collaborazione con la Regione, un progetto che ha avuto anche diversi riconoscimenti ufficiali, ho anche progettato e gestito l’attivazione di questo servizio per la mobilità dei non vedenti. Proprio per gli incarichi in Uici ho avuto contatti con Mercedes Bresso che quando si ricandidò alla regione mi chiese, sapendo che ero assessore nel mio paese, di candidarmi. Ho posto due condizioni: l’essere in una lista civica dal momento che non mi riconosco nei partiti e di partecipare alla scrittura del programma per le fasce deboli della popolazione. Sono stato il più votato in provincia di Cuneo, ma sono il primo dei non eletti».

E la candidatura attuale da dove nasce?
«Sempre dalle attività associative. Come Unione ciechi invitiamo sempre i nuovi sindaci a cena, ma a una cena al buio. Così ho conosciuto il sindaco uscente, Valmaggia. Il mio compito in queste occasioni è quello di sensibilizzare gli amministratori sui problemi degli ipovedenti e non vedenti. Bene, un mese dopo la cena Cuneo aveva i semafori con le segnalazioni per i ciechi. Con Valmaggia è nata una consuetudine e quando si è creata la coalizione che oggi mi sostiene mi ha chiesto di candidarmi. Una proposta coraggiosa».

Ma c’è voluto coraggio anche ad accettare?
«Diciamo che dal mio punto di vista, anche come associazione, lavoriamo molto per l’integrazione delle persone con disabilità. La mia candidatura rompe uno schema. È un messaggio importante in relazione a quello che un disabile può o non può fare. Diciamo che stiamo sfidando dei luoghi comuni, non per nulla ho scelto come slogan “Cuneo guarda avanti”. La mia disabilità è una parte di me, mi taglia fuori da alcune cose, ma per tante altre ci sono ausili tecnologici. Credo che alla fine, al momento del voto, la mia disabilità sarà neutrale: ci sarà gente che non mi voterà perché sono disabile, altri mi voteranno perché lo sono, ma alla maggior parte delle persone non importerà e farà la scelta per altre ragioni, per il programma che abbiamo presentato»

Nel caso venisse eletto, proseguirà nell’impegno associativo?
«Per statuto non sono vincolato a dimettermi dalla mia carica in caso di elezione a sindaco, ma ovviamente non potrò mantenere lo stesso ruolo operativo. Sono cose che deciderà il consiglio»


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