In un posto dove sono andato ieri, all’università Roma Tre, dove c’era un seminario che si chiamava “Comunicazione sociale e popolarità: alla ricerca dell’algoritmo perfetto” organizzato della Uisp-sport per tutti e c’erano tante persone che venivano da tutta Italia e a me, non so perché, appena sono arrivato è venuto in mente di guardargli le scarpe a queste persone di Uisp sport per tutti, e volevo vedere se ce le avevano da ginnastica e quelli che avevano le scarpe da ginnastica non erano mica tanti, anzi eravamo proprio pochi ad esserci messi le scarpe da ginnastica. E poi prima di me, che mi avevano chiamato lì per dire delle cose, dopo che ho sentito Daria che ha detto che lei l’ispirazione la prende mentre stira o fa la spesa al supermercato e poi Andrea che ha detto che impagina le idee, io volevo stare zitto e non fare più il discorso di dieci minuti che avrei dovuto fare perché mi sembravano due cose bellissime e che era difficile dire cose più interessanti e l’unica cosa che secondo me è stata interessante è stata, dopo che avevamo parlato dei social network e che ci si chiedeva perché pochi “mi piace”, la risposta che nessuno mi ha dato quando ho chiesto:«ma scusate, vi siete mai chiesti a cosa vi serve Facebook? Cosa ci dovete fare? Alla vostra associazione serve Facebook?». E loro hanno detto che era una bella domanda e io, pensando anche alla perfezione dell’algoritmo, mi è venuta in mente una cosa che ha scritto Mariangela Gualtieri e fa così «A scrivere si fa così: si dorme un pochino si resta in attesa con mani perfette vuote». E dopo quella poesia, ognuno nelle sue scarpe, io in quelle da ginnastica, siamo rimasti tutti con le mani perfette a pensare una risposta solo che non erano vuote perché in ognuna c’era un gianduiotto che aveva portato una signora dal Piemonte e forse quel gianduiotto è stata una cosa che si avvicina di più alla perfezione dell’algoritmo in quei social network che sono tutte le associazioni.
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