Mondo

A Cibus le sfide per l’alimentazione del pianeta

Al Salone internazionale dell’alimentazione sarà ospitata la seconda edizione del World Food Research and Innovation Forum

di Mara Cinquepalmi

Il cibo del futuro si dà appuntamento a Parma, città creativa per la gastronomia dell’Unesco. Oggi e domani Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione nel quartiere fieristico della città emiliana fino al 12 maggio, ospita la seconda edizione del World Food Research and Innovation Forum. Le sfide per l’alimentazione del pianeta, l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’eredità di Expo Milano 2015 sono alcuni dei temi al centro dei lavori.


Al Forum, progetto iniziato nel 2014 attraverso un percorso di eventi internazionali e culminato nella conferenza dello scorso settembre a Expo Milano, partecipano istituzioni come World Bank, Fao, Efsa e Commissione europea e imprese alimentari di livello internazionale. Tre le sessioni tematiche che vedranno la partecipazione di esperti scientifici: The strategic European Food Research Agenda: Innovation, agribusiness, global dimension, dedicata alla definizione delle strategie dell’Ue per la ricerca e l’innovazione alimentare nel settore dell’agricoltura e della bio-economia; Global Innovation per un confronto sulle sfide globali per l’alimentazione del pianeta; Food Finance: Investing in Agribusiness and Food as Vector for Human and Economic Development, sulla finanza alimentare, asset strategico di rilevanza globale per lo sviluppo degli obiettivi e dei progetti nel campo dell’alimentazione. Il Forum si concluderà con la tavola rotonda Global food system, The 2030 agenda for sustainable development, Climate Change: a time for action. The multistakeholder engagement, che dovrà delineare le sfide e le correlazioni tra i tre eventi che hanno segnato una svolta in fatto di sostenibilità della vita economica e sociale nel pianeta: Expo 2015, la conferenza mondiale delle Nazioni Unite per l’agenda 2030 ed i 17 nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile, la Conferenza COP 21 sul cambiamento climatico.

«Il contributo che l’Emilia-Romagna», ha commentato Palma Costi, assessora alle attività produttive della Regione Emilia-Romagna, «può dare a questa discussione nasce da esperienze concrete e di eccellenza. A partire dalla piattaforma agroalimentare costituita dalla Rete alta tecnologia, con i suoi laboratori di ricerca, i centri per l’innovazione e le Università: una realtà nata per stimolare soluzioni innovative applicabili all'industria agroalimentare, nella quale operano cinquanta start up».

Innovazione, ricerca e sostenibilità sono gli strumenti del cambiamento dell’alimentazione in uno scenario mondiale che, secondo l’ultimo rapporto SOFI dell’Onu, ha visto scendere il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo a 795 milioni, 216 milioni in meno rispetto al biennio 1990-92, vale a dire circa una persona su nove. Eventi meteorologici estremi, calamità naturali, instabilità politica e conflitti civili ostacolano questo processo tanto che circa una persona su cinque che soffre la fame vive in ambienti di crisi.

«Quando la sicurezza alimentare può essere una forza per la stabilità», ha detto il Direttore Generale della FAO, José Graziano da Silva, intervenendo recentemente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, «dobbiamo guardare al cibo e all'agricoltura come percorsi verso la pace e la sicurezza».

I tassi della denutrizione e della fame nei paesi che soffrono di crisi prolungate sono tre volte più alti che altrove. Nel 2012, circa 366 milioni di persone vivevano in situazioni di questo tipo, di questi 129 milioni erano denutriti, ovvero il 19% di tutte le persone che soffrono d'insicurezza alimentare nel mondo.

Il fenomeno è in diminuzione come dimostrano i dati della Fao: si è passati infatti dal 18,6% del 1991 al 10,8 dello scorso anno.

In questo contesto vanno letti anche i dati dello spreco alimentare: sul pianeta un terzo della produzione di cibo destinata al consumo umano si perde o si spreca lungo la filiera alimentare, circa il 24% misurando in calorie, secondo il World Resources Institute. Il valore economico del cibo sprecato a livello globale si aggira intorno ai 1.000 miliardi di dollari all’anno, ma sale a circa 2.600 miliardi di dollari se si considerano alcuni dei costi «nascosti» legati all’acqua e all’impatto ambientale.

A Parma, dunque, si confrontano quanti sono impegnati nella ricerca e sicurezza alimentare per creare una piattaforma permanente di esperti internazionali chiamati ad elaborare strategie globali di sviluppo del settore agroalimentare. Una sfida importante che riguarda tutti.

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