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A chi non piace l’etichetta contro il lavoro dei bambini?

Proibire l'importazione e la commercializzazione in Italia dei prodotti realizzati con il lavoro minorile,ma la norma è ferma in commissione

di Redazione

Senato: il Disegno di legge n. 2849 sulla certificazione di conformità sociale circa il mancato impiego di manodopera di bambini nella fabbricazione e produzione di beni o prodotti importati è all?esame della Commissione Industria, commercio e turismo che ha istituito un Comitato ristretto. Proibire l?importazione e la commercializzazione di ?prodotti alimentari, materie e prodotti di qualsiasi natura e di qualsiasi origine la cui fabbricazione o trasformazione ha implicato, a qualsiasi stadio, l?impiego di manodopera infantile, in violazione degli obblighi di legge e regolamenti vigenti sul territorio della Repubblica in materia di impiego di minori che non hanno assolto l?obbligo scolastico?. A questo punta il Ddl presentato da Luigi Manconi (Verdi – Ulivo) alla fine del 1997 e che da mesi è all?esame della commissione Industria del Senato. Nel Disegno di legge si chiede alle imprese che importano i prodotti dall?estero di certificare che i beni importati non abbiano comportato in nessuno stadio di lavorazione l?impiego di manodopera infantile. Per i responsabili delle società importatrici sono anche previste delle sanzioni qualora tentassero di introdurre in Italia prodotti privi di certificazione. Nella proposta vi è anche, in caso di recidiva, non solo il raddoppio della pena e della multa, ma anche il ritiro definitivo della licenza commerciale. Una norma che, se venisse adottata, stringerebbe le maglie attraverso le quali a tutt?oggi arrivano sul territorio nazionale prodotti per i quali non è assolutamente da escludere l?utilizzo di manodopera infantile. Si tratta però di un provvedimento che sembrerebbe non piacere agli industriali, almeno in base alle reazioni del direttore generale Innocenzo Cipolletta che nel corso di un?audizione in Commissione ha definito il disegno di legge «condivisibile negli obiettivi ma non praticabile».Il disegno di legge, qualora venisse approvato, sarebbe uno dei primi a livello internazionale a punire gli importatori di prodotti realizzati da bambini.Ma si tratta di una battaglia di civiltà ancora molto lunga.


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