Cultura
A chi fa paura Papa Ratzinger
Nell'era dei talk show, in cui il dibattito politico e intellettuale si è ridotto a una deprimente fiera delle vanità, una figura come Papa Ratzinger può disturbare. L'editoriale di VITA in edicola
VITA Magazine in edicola: in anteprima l’editoriale di Riccardo Bonacina Nell’era dei talk show, ovvero nell’era in cui il dibattito, anche politico e intellettuale, si è ridotto ad una deprimente fiera delle vanità, ad uno spettacolino serale buono neppure più per l’audience, una figura come Papa Ratzinger può disturbare. Nell’epoca del non pensiero, un pensiero ?ragionato? come il suo può fare persino paura. Non c’è dubbio, questo Papa con la forza del suo ragionamento mette la Chiesa ?nel? e ?dentro? il mondo. A differenza di Wojtyla che offriva tutta la sua fisicità e umanità nell’incontro con il mondo, Ratzinger offre la sua capacità di pensiero. Pensiero del teologo che più d’ogni altro ha saputo mettere a confronto il punto di vista giudaico-cristiano con il punto di vista laico (si pensi solo ai dialoghi con Jürgen Habermas). La paura di fronte alla ragionevolezza di questa posizione può generare persino fenomeni di intolleranza in chi, di fronte a una posizione così dichiarata e aperta, sa opporre solo tabù (di questo non si può parlare), dileggio (si vedano i libri di Piergiorgio Odifreddi, neo campione del laicismo italiano) o un malinteso senso della laicità per cui ogni ragionamento religioso non può avere cittadinanza pubblica. Questo è successo a Roma: un mix di intolleranza e di cagnara laicista che ha portato il Papa a rinunciare all’invito della più grande università italiana, La Sapienza. Una figuraccia mondiale per la democrazia italiana che dimostra di non saper, o voler, garantire uno spazio pubblico di dialogo e di confronto tra le diverse tradizioni culturali di questo Paese. Peccato. In fondo questo Papa chiede sempre di aprire discussioni su grandi questioni che riguardano il destino di tutti. La globalizzazione, per esempio. E chi ne parla più? Ricordate quanto era di moda solo una manciata di anni fa, quanti se ne riempivano la bocca pur di conquistarsi una fetta di visibilità? Oggi i no global sono spariti dalla scena, i loro leader si sono accasati, ma intanto la globalizzazione continua a restare la questione chiave del nostro tempo. Abbiamo avuto un soprassalto quando il Papa nell’omelia dell’Epifania ha risollevato con parole drastiche e sagge questo grande tema. Parlando di un mondo in cui al «lusso di pochi» corrisponde la «miseria di molti» e sottolineato come sia «ormai evidente che soltanto adottando uno stile di vita sobrio, accompagnato dal serio impegno per un’equa distribuzione delle ricchezze, sarà possibile instaurare un ordine di sviluppo giusto e sostenibile». [..] Leggi l’editoriale completo del numero in edicola | VITA Magazine in edicola: Il Terzo settore alle primarie La Casa Bianca e il Terzo incomodo Non era mai successo che la società civile giocasse un ruolo tanto decisivo nella corsa alla Casa Bianca Il fattore “WE” allo scoperto L’America del dopo Bush potrebbe presentarsi con molte novità destinate a cambiare il volto del Paese E Obama riporterà l’America a scuola Gli USA sono il paese occidentale con il più alto tasso di abbandono I candidati in fondazione Intervista a Rick Cohen, esperto del non profit USA Si chiama così il blog che sul sito di Vita.it accompagnerà il lungo cammino verso il voto del 4 novembre. L?Altra America, di chi sta seguendo le vicende politiche con crescente preoccupazione |