Non profit
A Catania c’è un’Africa che ha vinto la sua coppa
Un centro di aggregazione modello gestito dal Csi
Unendo scuola e sport, 18 ragazzi hanno fatto integrazione. Arrivando primi nel loro campionato di categoria La partita più importante vinta dai campioni d’Italia under 18 di calcio del Csi – Centro sportivo italiano è stata quella disputata dietro i banchi di scuola. O meglio, durante le lezioni di un modello scolastico alternativo e destinato a rappresentare un modello per la lotta alla dispersione scolastica. Siamo a Catania, in uno dei 20 Centri di aggregazione giovanile (o Cag) sparsi in tutta Italia che il ministero dell’Istruzione, università e ricerca, ha creato nel 2007 attraverso il progetto «2you», volto ad accogliere decine di ragazzi dai 13 a i 18 anni, italiani e stranieri, che per vari motivi sono rimasti indietro nella carriera scolastica.
La gestione del centro siciliano è stata affidata al Csi, e proprio l’unione di scuola e sport ha dato vita a un’esperienza davvero vincente: quella di 18 ragazzi che si sono conosciuti attraverso la frequentazione dello Spazio giovani e che dal 2008 si sono iscritti ai campionati nazionali juniores del Centro sportivo italiano. Con un grande risultato, anzi due: la vittoria finale nella propria categoria e, nello stesso tempo, la promozione scolastica.
«Dieci dei 18 giocatori seguivano quattro ore di laboratori e lezioni mattutine nel centro di aggregazione, impartite anche da professori della scuola vicina con cui abbiamo stretto un accordo», spiega Angela Gagliano, 29 anni, l’educatrice responsabile del Cag. La maggior parte di loro aveva abbandonato alle medie anni prima. «Il loro rapporto con la scuola è stato ricucito grazie al calcio e alle altre attività extrascolastiche. La diffidenza iniziale è scomparsa del tutto».
Cinque ragazzi provengono dall’Africa, tra cui Nabi, 18 anni da poche settimane, della Costa d’Avorio. Parla cinque lingue e vive in una comunità d’accoglienza in città. «Abbiamo fatto gruppo nella scuola del Cag, ci siamo parlati molto e ora, oltre a scendere in campo uniti, ci frequentiamo anche fuori». Il sogno di Nabi, il capitano, è chiaro: «Vorrei diventare calciatore professionista, e continuare a studiare le lingue. Un’esperienza come questa ti fa davvero venire voglia di studiare». Il progetto «2you» è in scadenza a fine luglio: la speranza è che venga rinnovato, per dare ad altri ragazzi l’opportunità che hanno avuto Nabi e compagni.
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