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A Calais vietata la distribuzione di cibo ai migranti

A quattro mesi dallo sgombero della “giungla”, centinaia di migranti, in gran parte minori, continuano ad arrivare e il sindaco ostacola la rete dell’assistenza, impedendo ai volontari la distribuzione di cibo, anche con la forza

di Ottavia Spaggiari

Un altro “ban”, divieto, dell’Occidente alla migrazione. Questa volta non viene da Trump ma dalla Francia, dove il sindaco di Calais ha vietato la distribuzione di cibo ai migranti.

L’accampamento informale era stato smantellato solo quattro mesi fa, ma centinaia di persone continuano ad arrivare in questa città sulla Manica, nella speranza di riuscire a raggiungere la Gran Bretagna e il sindaco di centrodestra, Natacha Bouchart punta ad allontanare i profughi, vietando ai volontari la distribuzione alimentare.

Secondo il Guardian, le autorità locali avrebbero già impedito alle organizzazioni che si occupano di accoglienza di installare delle docce provvisorie per i minori non accompagnati arrivati in città e giovedì sarebbero addirittura stati lanciati lacrimogeni dalla polizia contro i volontari che stavano distribuendo la colazione ad una trentina di adolescenti, in un campo vicino all’autostrada appena fuori città, diversi anche i minori che questa settimana sono stati detenuti dalle forze dell’ordine.

“Le condizioni stanno diventando sempre più problematiche per i migranti. Non dormono, non possono farsi una doccia, sono sempre più stanchi. Siamo molto preoccupati per il loro futuro.” Ha dichiarato Sarah Arrom, una volontaria che si è occupata della distribuzione alimentare insieme alla non profit Utopia 56, sottolineando che l’opposizione delle autorità locali alla società civile non è mai stata così violenta. “Non era mai successo che avessero fermato una distribuzione alimentare con i lacrimogeni.”

Sempre più difficile il lavoro quotidiano delle organizzazioni locali che, oltre a doversi organizzare in segreto per garantire i servizi di assistenza minimi a chi arriva in città, devono fare in conti con un calo notevole delle donazioni e con un aumento delle persone che stanno arrivando. Fino a giovedì Utopia56 distribuiva 250 pasti caldi a notte ai migranti, di cui l’80% è composto da ragazzi tra i 13 e i 22 anni, per la maggior parte provenienti da Eritrea, Sudan ed Etiopia. Numeri sicuramente inferiori rispetto a quelli della “Giungla”, ma in crescita rispetto al mese scorso. “Abbiamo sempre meno da offrire, le donazioni sono quasi inesistenti”, ha dichiarato Arrom.

Anche secondo Christian Salomé dell’Auberge des Migrants , una delle principali associazioni locali attive a Calais, ha confermato la gravità del divieto, soprattutto per i ragazzi più giovani. “Gli adulti trovano sempre un modo per comprare cibo nei negozi ma per i minori è un problema reale, non hanno assolutamente soldi.” Difficile stimare esattamente il numero di migranti in transito oggi a Calais, le cucine delle associazioni Refugee Community Kitchen e Help Refugees ad oggi preparano circa 400 pasti al giorno, rispetto ai 50 del mese scorso. Il Ministro degli interni francese in visita a Calais lo scorso mercoledì si era dichiarato contrario all’apertura di un nuovo centro di accoglienza, nonostante i nuovi arrivi, aveva però affermato che non vi sarebbero stati divieti sulla distribuzione alimentare.

Così non è stato.

Foto: PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Images

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