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A caccia tutto l’anno

Calendari no limits, il Senato approva la norma. Ambientalisti in rivolta. Pdl spaccato

di Silvano Rubino

«Il Senato ha approvato la licenza di uccidere. Si tratta di una vergogna internazionale che il centrodestra ha compiuto in cambio di una manciata di voti dei cacciatori. Nei prossimi giorni lanceremo una mobilitazione nazionale ed internazionale per fermare questo vero e proprio sterminio di stato a cui un Parlamento, ostaggio delle lobby delle doppiette, ha dato il via libera». È durissimo il commento di Angelo Bonelli, leader dei Verdi sull’approvazione in Senato della legge comunitaria che, contiene, all’articolo 38 una novità sul fronte della stagione venatoria.

In pratica, solo per quanto riguarda gli uccelli (per i mammiferi i termini rimangono invariati), ci sarà la possiblità di derogare dai termini del 1 settembre- 31 gennaio.Le regioni potranno decidere quindi di aprire la stagione anche fuori da questo periodo. Caccia libera, dunque. Con un emendamento introdotto in extremis che in qualche modo mitiga la portata della legge. La decisione delle Regioni dovrà avvenire dopo aver ottenuto un parere dell’Ispra, l’stituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, «ai fini della validazione delle analisi scientifiche e ornitologiche».

Una modifica che in qualche modo va incontro a una precisa richiesta del ministro dell’Ambiente e che ha fatto infuriare i senatori più oltranzisti del fronte pro-caccia che in una nota hanno accusato il Pdl di assumere «un atteggiamento troppo morbido nei confronti degli ambientalisti». Il senatore Benedetti Valentini del Pdl ha proposto il ritiro dell’emendamento all’articolo 38, chiedendo tempo per approfondire la questione e sottolineando il pericolo che con il vincolo del parere dell’Ispra «si arrivi a conclusioni opposte non consonanti sul piano pratico rispetto alla potestà delle regioni». Anche il Senatore Franco Orsi  ha espresso alcune riserve annunciando la propria astensione al voto dell’emendamento. Insomma, anche all’interno della  maggioranza di centrodestra il fronte non è affatto compatto. I deputati del Pdl Basilio Catanoso e Gabriella Giammanco, che in mattinata hanno incontrato le associazioni ambientaliste impegnate in un sit in davanti al Senato, contestano l’articolo 38: «Saranno a rischio, infatti, molti volatili, soprattutto tra le specie protette. Faremo di tutto alla Camera dei deputati per correggere l’errore, dovuto al blitz di chi ha subito, ai vari livelli, le pressioni delle lobby venatorie. Ogni collega parlamentare dovrebbe ricordare che il sentimento diffuso ci indica di seguire la strada della tutela ambientale e non della distruzione, voluta non per una necessità dell’uomo ma esclusivamente per puro divertimento, come è finita con l’essere oggi la caccia». Anche il ministro Stefania Prestigiacomo si schiera contro: «Ieri su questo delicato argomento era stata faticosamente raggiunta un’intesa fra persone per bene di cui erano garanti il ministro Ronchi e il relatore. Giudico quanto accaduto in aula un grave colpo di mano. Quel testo va ricorretto alla Camera, reintroducendo le garanzie che erano previste specie sulla tutela delle specie protette e delle specie migratorie, che sono il fulcro di quella biodiversita’ di cui, tra l’altro, quest’anno si celebra l’Anno Mondiale».

Per Roberto Della Seta, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente del Senato, la maggioranza «ha detto sì, alla possibilita’ di sparare alla fauna migratoria anche in agosto, quando i territori di caccia sono pieni di italiani in vacanza, e anche a febbraio quando i migratori fanno ritorno ai luoghi di nidificazione. Il Pd, che in Senato ha votato compatto contro l’articolo 38, continuera’ a battersi alla Camera e nel Paese perche’ prevalgano le ragioni di un rapporto equilibrato tra attivita’ venatoria e l’interesse costituzionalmente sancito della tutela della fauna».

«È una norma indecente – prosegue Roberto Della Seta – che procurerebbe al nostro Paese nuove procedure di infrazione da parte dell’Europa e che va contro l’opinione di oltre due/terzi degli italiani che secondo un recente sondaggio Ipsos, a destra come a sinistra, si oppongono ad ogni deregulation in materia venatoria. Inoltre l’articolo 38 riporterebbe l’Italia indietro di 20 anni, a un’anacronistica guerra di religione fra cacciatori oltranzisti e fautori dell’abolizione della caccia. Questa e’ la ragione per cui la parte piu’ responsabile e consapevole del mondo venatorio ha bocciato questa modifica alla legge attuale’».

Da segnalare la battuta della senatrice radicale Donatella Poretti, «Signori uomini, se volete sparare a un uccello, sparate al vostro».

Adesso la battaglia si sposta alla Camera. Con gli ambientalisti sul piede di guerra. In una nota congiunta, WWF, Lipu, Legambiente, Greenpeace e tutte le sigle che nei giorni scorsi avevano firmato un appello al presidente Berlusconi usano toni molto duri: «Con questo emendamento, qualora dovesse essere confermato dalla Camera, la stagione venatoria si allungherebbe ai mesi delicatissimi di febbraio e agosto, con un danno grave alla natura e l’aggravarsi del disturbo e dei rischi arrecati alle le persone. Insomma una situazione disastrosa e imbarazzante, resa persino beffarda dall’approvazione di un subemendamento presentato come “soluzione” ma che non cambia di una virgola  la sostanza e la gravità della norma».

Per Gaetano Benedetto condirettore del WWF Italia, «il voto al Senato alza la palla per le elezioni regionali poiché consente credibilmente di fare promesse di estensione dei calendari venatori. Questo ovviamente senza tener conto della probabile risposta dell’Ue che, come già avvenuto in passato più volte, potrà aprire procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese. Paese  cui, come più volte abbiamo dimostrato, della caccia non importa granchè».


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