Comitato editoriale
A braccia aperte dalla parte delle donne afghane
Il Movimento per la Vita Italiano pronto ad accogliere i profughi afgani in particolare le donne con i loro figli, perché, si legge nella newsletter appena distribuita, «a quanti hanno coscienza che non è umano distogliere lo sguardo dalla vita che soffre, dalla vita che invoca aiuto e rasenta la morte per difetto d’aiuto, diciamo che siamo qui, per tutto quanto possiamo»
di Redazione
Il Movimento per la Vita Italiano apre le sue case di accoglienza ai profughi arrivati dall’Afghanistan e invita le proprie Case di Accoglienza intenzionate ad ospitare le donne e i bambini afghani a comunicare la propria disponibilità alle prefetture. Nella propria newsletter il Mpvi scrive: “Il Movimento per la Vita Italiano sente l’urgenza di ricercare, insieme a quanti nel mondo inseguono una speranza operosa di salvamento della vita e dell’umana dignità, un soccorso e un aiuto concreto. In particolare rivolto alle donne, alle madri e ai loro bambini, che nel dramma di cui sono vittime e nei temuti e incombenti sviluppi sono le persone più oppresse”.
Del resto la missione del Movimento per la Vita Italiano è quella di “essere a servizio della vita nascente e della maternità, dando accoglienza, sostegno, e aiuto particolarmente quando una nuova vita chiede soccorso per la vita, sapendo che il figlio ancora custodito nel grembo materno appartiene alla famiglia umana, è già uno di noi. Così l’accoglienza è data, in identico e unico abbraccio, alla donna e al suo bambino. Questa missione specifica, che caratterizza l’attività di oltre 300 Centri di Aiuto alla Vita e di 64 Case di Accoglienza, nasce da una concezione di amore alla vita che per coerenza non può voltare le spalle a nessuna delle altre situazioni di ingiustizia e di sofferenza umana che offendono la vita. Per questo, mentre il mondo va cercando spiragli di salvataggio e corridoi umanitari, nel persistere così triste e inumano di muri e di fili spinati, il Movimento per la Vita Italiano offre alle donne afgane che raggiungono il nostro Paese, che consideriamo parte della comune casa umana in che consiste la Terra, il soccorso e il conforto possibile, tutto il possibile, in piena fraternità”.
“Chi busserà alla nostra rete, troverà aperta la porta, aperte le braccia. A quanti hanno il coraggio di cercare vita e salvamento di vita nelle difficoltà, a quanti hanno coscienza che non è umano distogliere lo sguardo dalla vita che soffre, dalla vita che invoca aiuto e rasenta la morte per difetto d’aiuto, diciamo che siamo qui, per tutto quanto possiamo. Alle donne afghane, come a chi nella fragilità della sua condizione non può affidare la sua vita se non a un’alleanza d’amore, offriamo la nostra alleanza d’amore”.
In apertura image by Amber Clay from Pixabay
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