Cultura

A Bologna l’integrazione si vive attraverso le piccole biblioteche in lingua araba

di Paolo Iabichino

La bellezza dei libri e la voglia di fare integrazione attraverso il confronto, lo scambio, la conoscenza, il dialogo. La voglia di dedicarsi ai bambini sapendo quanto sia importante partire da loro che sono, da sempre, simbolo di cambiamento positivo. Questo rappresenta Casa di Khaoula a Bologna nata dieci anni fa dopo che una bambina di origine marocchina scrisse a un quotidiano locale per dire che nella sua casa, spesso affollata e rumorosa, non aveva uno spazio nel quale poter leggere e studiare in tranquillità. Era il 1998.

Nata come biblioteca di lettura oggi Casa di Khaoula è un vero e proprio punto di riferimento per i temi dell’integrazione: non si definisce “biblioteca per stranieri” ma luogo nel quale tutti possono vivere, in modo spontaneo e naturale, l’incontro fra le culture.

Intercultura e migrazione sono gli argomenti principali di questa realtà che ha, sin dall’inizio, posto particolare attenzione ai più piccoli e alle comunità immigrate. Al suo interno sezioni di approfondimento rivolte al tema dell’educazione interculturale, numerosi testi e documenti che fanno conoscere i paesi d’origine da cui provengono le comunità immigrate più numerose tra cui Europa dell’est, Cina e mondo arabo.

Da qui, da Bologna e da Casa di Khaoula, da qualche giorno è partito anche il progetto Piccole biblioteche in lingua araba seguito, nel nostro paese, da IBBY Italia e promosso da fondazione Kalimat Foundation for Children’s Empowerment dell’Emirato di Sharja attraverso l’iniziativa Pladge a Library.

100 libri in lingua araba editi da Kalimat e libri bilingui (italiano – arabo) nati dalla collaborazione tra la casa editrice Gallucci e lo stesso Kalimat Group donati per favorire, potenziare e incoraggiare il plurilinguismo e le buone pratiche interculturali che possono svilupparsi attraverso la lettura e la conoscenza.

Piccole biblioteche in lingua araba vuole valorizzare le lingue d’origine e la diversità, promuovere la lettura di testi scritti in varie lingue, far conoscere segni, scritture e alfabeti differenti, favorire lo scambio linguistico tra bambini ma, anche, tra bambini e adulti, osservare attraverso i prestiti bibliotecari quelli che sono i cambiamenti e gli interessi della società in cui viviamo.

I libri diventano strumento di scoperta, lo sono sempre stati ma oggi più che mai assumono un valore diverso: quello della conoscenza dell’altro cercando di abbattere la paura e il pregiudizio perché ogni cultura ha una storia propria da raccontare e, da sempre, il potere delle storie è così grande da avvicinare chiunque in uno scambio reciproco che diventa relazione e inclusione allo stesso tempo.

Oltre a Bologna, in Italia, sono ben undici le città nelle quali sono presenti piccole biblioteche: da Torino a Palermo tante realtà diverse accomunate dallo stesso impegno per rendere reale e concreta l’integrazione che passa dalla forza dirompente della cultura e dei bambini.

Storia raccolta da Rossana Cavallari

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