Cultura

A Benvegnù il premio musica contro le mafie

Il cantautore milanese verrà insignito dell’onorificenza il 16 dicembre a Cosenza per la canzone “Il sentimento delle cose” «in virtù della capacità di diffondere buone idee e buone prassi attraverso la musica»

di Lorenzo Maria Alvaro

Paolo Benvegnù vince il premio speciale di Musica contro le Mafie, per la canzone “Il sentimento delle cose”, assieme a Brunori Sas e Rocco Hunt, «in virtù della capacità di diffondere buone idee e buone prassi attraverso la musica».

La premiazione il 16 dicembre, alle 21.30, al Teatro Morelli di Cosenza: per l’occasione, Paolo Benvegnù si esibirà in formazione ridotta.

Benvegnù è uno degli autori più importanti del panorama italiano, fondatore degli Scisma, vanta una lunga e fortunata carriera da solista: i suoi pezzi, che hanno lasciato il segno nella storia della canzone italiana, sono stati reinterpretati da artisti come Mina, Irene Grandi, Giusy Ferreri e Marina Rei.

“Il sentimento delle cose” è un brano del suo primo album solista (Piccoli fragilissimi film del 2004) dopo la fine, nel 2000, degli Scisma, imprescindibile gruppo alternative-rock italiano.

Un album che diventa immediatamente un “classico” del panorama indipendente, ricevendo un ottimo riscontro di pubblico, recensioni entusiastiche e piazzandosi tra i migliori album del 2004. L'album viene seguito da un lungo tour di oltre 150 date, che riceve il premio come “Miglior Tour 2004” al MEI e si conclude ad ottobre 2005 a Firenze, con un ambizioso spettacolo intitolato “Piccoli Fragilissimi Sport”.

In questo momento Benvegnù è a teatro con “H3+”, il primo spettacolo nato da un suo disco. L’autore si era già confrontato con il teatro con David Riondino e Stefano Bollani, per lo spettacolo “Presepe vivente e cantante”, e con Gianni Micheli, per lo spettacolo in Rosa Lullaby.

Questa volta lo spettacolo-concerto “H3+” è un viaggio ai primordi del mondo, alla scoperta di una terra distrutta e rinata sotto forma di pioggia, riossigenata dalla comparsa del mondo vegetale. A restituire la memoria di tutto questo, la coscienza e la visione dell’uomo che ne è stato testimone, le cassette di un vecchio registratore. La voce narrante è quella dell’ “Homo Selvaticus”, un ipotetico essere senza volto, capace di comparire e scomparire, esistere e morire al tempo stesso, attraversare epoche intere in una sola vita.


La musica e i testi sono quelle del collettivo Benvegnù e accompagnano il pubblico in quello che è in tutto e per tutto un viaggio dalla Terra allo spazio interstellare, dal reale all’immaginato. In conclusione, un atterraggio dolce, sempre guidato dal filo rosso della narrazione teatrale.

In “H3+”, accanto al teatrino di marionette, una autentica stanza delle meraviglie, le canzoni del disco omonimo, i brani degli altri due album della trilogia “con l’H” di Benvegnù, “Earth Hotel” ed “Hermann”, e un registratore, con il racconto di quello che è stato, quello che è e quello che sarà.

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Tutte le foto sono di Gabriele Spadini

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