Welfare

A Bari il terzo attentato contro il non profit

Si tratta della Associazione "Cama Lila". E' il terzo attentato in sette mesi

di Redazione

Il Cama Lila (Centro Assistenza Malati Aids – Lega Italiana per la Lotta contro l’Aids) di Bari denuncia di aver subito nella notte tra venerdi’ e sabato il terzo attentato in sette mesi alla sua sede operativa di via Castromediano: la tecnica usata e’ sempre quella dell’incendio. ”Dopo 15 anni di attivita’ di sostegno rivolto alle persone sieropositive ed alle loro famiglie – dice la presidente Angela Calluso – rischiamo di chiudere i battenti per colpa di atti di vandalismo. Il rischio e’ che il lavoro di 15 anni vada in fumo e con esso pratiche importanti, da quelle legali a quelle pensionistiche, a quelle assistenziali. Anche venerdi’ – aggiunge – se non fossero giunti tempestivamente i vigili del fuoco, il danno sarebbe stato tale da mettere in ginocchio l’Associazione di volontariato. Chiediamo ancora una volta aiuto ai giornalisti ed ai loro direttori, affinche’ gli amministratori di questa citta’ e di questa regione non ci lascino da soli di fronte a questi atti intimidatori di cui non conosciamo le motivazioni”. Il Cama Lila chiede solidarieta’ e impegno da parte delle Istituzioni ”ad offrire una struttura piu’ sicura, visto che l’attuale non ci consente di svolgere con tranquillita’ il nostro lavoro che ormai tutti riconoscono come serio e professionale”. Alle Forze dell’Ordine, Angela Calluso chiede ”di non limitarsi a chiamarci nel cuore della notte per avvisarci dell’incendio, come e’ avvenuto anche durante la notte di venerdi’, abbandonandoci poi nel panico e senza tutelarci adeguatamente e soprattutto senza far luce sulle motivazioni che spingono dei balordi a distruggere chi aiuta dei malati a migliorare la propria qualita’ di vita e a ridurre i danni fisici causati dalla grave patologia”. ”Se anche questo grido di allarme passera’ inosservato, come altri in passato – conclude – il Consiglio Direttivo dell’Associazione decidera’ per la chiusura, lasciando cosi’ gli assistiti, le famiglie ed i cittadini a cui offriamo servizi e competenze nella piu’ completa solitudine, la stessa con cui, spesso, fanno i conti quando si rivolgono ai servizi pubblici ed agli amministratori”.


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