Non profit

A.a.a. cercasi volontari e/o mercenari

Berlusconi lancia (e paga) i suoi boys per preparare Forza Italia alla sfida del 2006. Prodi reagisce e fa appello a una militanza “pura”.

di Gabriella Meroni

Sei su cento. Soltanto il 6% dei giovani dai 18 ai 24 anni ha intavolato una discussione con qualcuno per convincerlo a votare un candidato. Una percentuale da disinteresse profondo, calcolata dall?Iref nell?Ottavo rapporto sull?associazionismo sociale, del 2003, che scende ulteriormente (al 2,9%) quanto alla partecipazione attiva a una campagna elettorale. Non è strano, quindi, che i partiti facciano fatica, oggi, a trovare forze fresche da impiegare nell?arena politica. Non va meglio se si considera l?interesse per i temi istituzionali, che raccoglie i consensi solo del 12,7% degli stessi giovani. Più in generale, gli iscritti ai partiti politici di tutte le età in Italia sono scesi (lo rileva sempre l?Iref) dall?8,3% del 1989 al 3,1 del 2002. Che siano mercenarie o volontarie, dunque, le truppe dei giovani militanti scarseggiano. O meglio: forse sono mercenarie o non sono, come conferma uno dei ricercatori dell?istituto di studi sociologici legato alle Acli, e tra i curatori della ricerca sopracitata, Danilo Catania: «L?idea del militante che si impegna in politica per uno slancio ideale, o anche solo ideologico, sta venendo meno», afferma. «I giovani under 30 che entrano oggi nell?arena pubblica o nelle competizioni elettorali lo fanno soprattutto per motivi pratici, contingenti, strumentali». I mercenari di cui si parla in questi giorni, verrebbe da dire. Ma la realtà, secondo chi di mestiere legge i cambiamenti della società, è più sfaccettata: «Fino a 25 anni è provato che i ragazzi vivono una grande carica rivendicativa, ideale, che spesso si esprime nella scuola, nelle università o nei centri sociali. Dopo quell?età subentrano altre esigenze e altri problemi, primo tra tutti quello del lavoro. Quindi l?impegno politico avviene spesso dietro una contropartita economica, che in definitiva lo rende possibile». Una tendenza, spiegano dall?Iref, che deriva anche dalla recente riforma dei Municipi delle grandi città, nei cui consigli gli eletti percepiscono uno stipendio vero e proprio, e che per questo costituiscono spesso per i giovani il primo passo della vita pubblica. Ma non certo o, volendo essere ottimisti, non esclusivamente, per una spinta ideale. È la morte civile del giovane volontario politico ?puro?? «Proprio la morte no», conclude Catania, «i volontari puri esistono, e spesso appartengono a gruppi di alto livello culturale e sociale, ma i grandi numeri non vanno dalla loro parte. Sono mosche bianche». Oggi. Domani, chissà.


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