Sostenibilità

A 26 anni dal disastro, quel che ha fatto la Sardegna

Una lettera del Console onorario della Bielorussia in Sardegna, Giuseppe carboni, fa il punto delle attività di solidarietà messe in campo

di Redazione

Sono trascorsi ventisei anni dal 26 aprile 1986, ma le ferite di Chernobyl sono ancora aperte.

Sulla base dei dati forniti dall’Istituto bielorusso di statistica Belsat, in Bielorussia, nella zona di contaminazione radioattiva, al 1 ° gennaio di quest’anno, vivevano 1.141.700 persone, ossia il 12,1% della popolazione della Repubblica di Belarus. La popolazione che vive in aree contaminate, nel corso degli ultimi 20 anni, è diminuita di 699mila persone.

 L’Italia sin dall’inizio ha assunto una posizione di cruciale importanza nel movimento umanitario internazionale, in primo luogo nell’accoglienza dei bambini di Chernobyl. Nei 20 anni di relazioni diplomatiche tra i nostri paesi sono stati ospitati in Italia più di 500mila bambini bielorussi.

La Sardegna, il suo popolo, le sue istituzioni, le associazioni di volontariato sono in prima fila in questo splendido movimento di solidarietà, decine di migliaia sono stati di bambini bielorussi che in questi lunghi anni hanno trascorso nell’Isola le loro vacanze estive e natalizie grazie alla solidarietà delle famiglie sarde. Questa estate saranno oltre 300 i bambini bielorussi che trascorreranno le loro vacanze in Sardegna nell’ambito dei progetti Chernobyl.
 
In questi anni è stata molto importante anche la cooperazione della Sardegna nel settore medico, nel settore delle politiche sociali e nel campo della cooperazione nel settore della formazione professionale che hanno visto la realizzazione di importanti progetti con la collaborazione della Regione Sarda e della Provincia di Cagliari. Dal  2004 e sino ad oggi grazie al sostegno della LR 19/96 della Sardegna sulla cooperazione internazionale, opera a Minsk l’Ente di Formazione Professionale Sardegna Global. In questi anni di attività  oltre 3.000 allievi hanno ricevuto una qualificazione, riqualificazione e perfezionamento professionale nel settore edile con livelli qualitativi che rispettano gli standard europei, e un inserimento lavorativo che rasenta il 100%, un successo che non ha eguali nel settore della cooperazione e che fanno dell’intervento sardo in Bielorussia una delle migliori best – practice italiane.

Un altro esempio concreto dell’originale evoluzione dei rapporti nati da un grande gesto di solidarietà concreta è stato l’invio in Bielorussia, per la prima volta nella storia dei rapporti italo-bielorussi, di un gruppo di bambini e giovani italiani per un progetto di scambio giovanile. L’iniziativa sostenuta dalla Presidenza della Provincia di Cagliari ha visto dal 2008 e nel 2010 l’invio regolare di gruppi di giovani sardi  a Minsk nell’ambito di iniziative culturali, di aggregazione che rafforzano i contatti fra i giovani dei due paesi.

 

 

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