Sostenibilità

Diritti consumatori: bombardamento di spot dà fastidio

Ad almeno metà dei consumatori italiani, dice un sondaggio

di Gabriella Meroni

Stop a messaggi pubblicitari, sondaggi telefonici e sms promazionali. A chiederlo sono i consumatori: uno su due, attraverso le pubblicita’, si sente ‘molestato’ dalle aziende. A rivelarlo e’ un’indagine promossa da Yoda, societa’ di Customer relationship marketing in Italia che, in occasione dell’uscita del libro di Odoardo Ambrosio, ‘Come valorizzare il capitale dei clienti’, ha intervistato 975 italiani di eta’ compresa fra i 20 e i 45 anni. Lo scopo della ricerca era quello di sondare il grado di soddisfazione dei consumatori nei confronti delle aziende. Ma quali sono le principali richieste che arrivano dal mondo dei consumatori? ”Piu’ attenzione alle nostre esigenze”. A chiederla sono tre consumatori su quattro (65%) che reclamano anche ”piu’ trasparanza” (26%), di ”essere ascoltati”, di avere ”piu’ risposte rapide e precise”(18%) piu’ ”informazioni”, (14%) e ”maggiore assistenza” (12%). Ad indispettire i consumatori (37%) nei confronti delle imprese e’ il fatto di non avere piu’ il controllo sulla propria cassetta delle lettere: continuamente invasa da volantini e messaggi pubblicitari di ogni genere che reclamizzano ”offerte centrate su cose di cui non mi importa niente”. I consumatori sono allergici anche alle indagini di marketing, soprattutto se telefoniche. ”Ci tengono occupati per troppo tempo” sbotta il 29% che sottolinea come a volte gli vengano domandate ”delle sciocchezze’ o cose ”che con me non c’entrano nulla”. Il popolo di internet, poi, non e’ meno infastidito: posta elettronica intasata da mail e newsletter innervosisce il 19% degli intervistati che si lamenta di passare ”la maggior parte del tempo a scaricare messaggi inutili”. Come se non bastasse poi ci si mette anche il cellulare: il 15% dei consumatori dichiara che ricevere sms promozionali li fa letteralmente imbestialire. Al bando anche cartelle raccolta punti da riempire con bollini: il 13% non le vuole piu’ vedere girare per casa. A spuntarla in questo quadro sono, a sorpresa, gli spot pubblicitari a volte vissuti come vero e proprio momento di intrattenimento. Solo il 14% degli intervistati si lamenta per la loro sovrabbondanza.


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