Non profit

Patrizia Pastore, neo presidente Acisjf

Eletta all'unanimità nel corso dell'assemblea dell'associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane che si è tenuta lo scorso weekend a Roma

di Redazione

Nuovo presidente per la costola italiana dell’Acisjf (Associazione Cattolica Internazionale al Servizio della Giovane – Association Catholique Internationale de Services pour la Jeunesse). L’assemblea associativa che si è riunita a Roma ha eletto all’unanimità Patrizia Pastore e ha al contempo eletto in qualità di presidente emerito Emma Cavallaro che dopo 24 anni alla guida del sodalizio aveva rassegnato le sue dimissioni.

La scelta di Patrizia Pastore, 51 anni, foggiana di nascita ma romana d’adozione, si inserisce nel segno del cambiamento che è stato il filo conduttore di tutta l’assemblea. «Sono felice di questa vostra scelta e assumo l’incarico con la consapevolezza della grande responsabilità che esso comporta» sono state le prime parole della neopresidente (nella foto a fianco). «Mio impegno personale sarà quello di continuare l’opera sempre nella dimensione del servizio, delle persone e dell’associazione, nella cui rete internazionale credo moltissimo».

L’assemblea che si è tenuta dall’8 all’11 ottobre a Roma, alla Casa Maria Immacolata aveva l’obiettivo di identificare le piste di lavoro per il futuro. A concludere l’assemblea è stata la benedizione di Papa Francesco all’Angelus in piazza San Pietro (nella foto in apertura).

Patrizia Pastore, sposata, 4 figli, è stata segretaria generale della Commissione italiana di United World Colleges dal 2006 al 2015, nel suo curriculum anche una collaborazione con il direttivo della Lav dal 2003 al 2006, mentre nell’ambito di Cittadinanzattiva si è occupata di formazione alla cittadinanza dal 1998 al 2003. Presidente nazionale della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) dal 1990 al 1992 è ora membro del Cda della Fondazione Fuci a titolo volontario.

La neo presidente Pastori appena eletta pur richiamando per sé la necessità di un momento di ascolto, conoscenza e comprensione e riconoscendo che è «ancora troppo presto per presentare un programma», rifacendosi ai lavori assembleari ha osservato come siano «emersi una serie di punti che ritengo prioritari: la comunicazione, interna ed esterna, per far sì che i comitati entrino sempre più in contatto tra di loro, condividano problemi, servizi e buone pratiche e li trasmettano all’esterno, utilizzando tutti gli strumenti che il mondo della comunicazione può offrire; il lavoro in rete, fonte di sicuro arricchimento, che può e deve essere rafforzato; la formazione, in funzione e sintonia con le sensibilità locali; il fundraising: un’organizzazione di volontariato non può prescindere dall’indipendenza economica e oggi più che mai non può esser dipendente dal pubblico; lo sviluppo di altri Comitati Acisjf; la relazione con le altre realtà del volontariato organizzato».


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