Cultura

Girolamini, a Napoli la giornata di riscatto

Straordinario successo per la riapertura della storica biblioteca saccheggiata dal suo direttore, oggi in carcere. Migliaia di persona in fila, per vedere quegli scaffali con tanti vuoti

di Anna Spena

«Un successo superiore ad ogni nostra aspettativa. Una giornata importante perché dimostra che il napoletano, se stimolato, ha voglia di scoprire, conoscere, emozionarsi, soprattutto di riappropriarsi del patrimonio negato». Chi parla è Mauro Giancaspro, bibliotecario da una vita. E il patrimonio di cui si parla è la storica biblioteca dei Girolamini oggetto di uno dei più incredibili saccheggi della nostra recente storia culturale. Gianscapro della Girolamini è stato direttore subito dopo il sequestro ed è tuttora custode giudiziario.

Domenica la biblioteca ha riaperto le porte al pubblico in occasione di “Domeniche di Carta” e i napoletani le hanno reso omaggio mettendosi in fila e pazientando per ore prima di entrare a vedere gli scaffali sistemati, ma che dolorosamente mostravano tanti vuoti: alle 10 la coda arrivava già a Forcella…

Fino ai primi del Novecento la biblioteca è stato un luogo aperto agli studiosi e alla città, che durante il dopoguerra ha accolto i libri di Benedetto Croce. Poi si è chiusa e per i napoletani è diventato un luogo dimenticato.

Ma il dramma della biblioteca è quello che si è consumato pochi anni fa quando a dirigerla c’era Massimo De Caro, già consigliere del Ministro per i Beni e le Attività culturali. «De Caro ha sottratto libri a un patrimonio storico di 159.700 titoli, cancellando ogni traccia dei volumi con la distruzione delle schede relative», spiega Tomaso Montanari, lo storico dell’arte che ha per primo ha sollevato lo scandalo. «Le indagini erano state supportate anche da riprese fatte da dipendenti della biblioteca durante alcune fasi del furti di libri. Tra i libri rari custoditi, 120 incunaboli e 6.500 manoscritti di opere musicali dal XVI al XIX secolo».

Dalla biblioteca Girolamini di Napoli furono rubati 1500 volumi, alcuni preziosissimi. De Caro, è stato condannato a 7 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici al termine del processo con rito abbreviato per la sottrazione di centinaia volumi. Alcuni dei libri vennero ritrovati nella biblioteca di Marcello Dell’Utri che disse di averli ricevuti in dono: l’ex senatore risultò in possesso di quattordici testi rari sottratti alla biblioteca tra i quali c'erano una copia di "Utopia" di Thomas More del 1518, una del "De rebus gestis" di Gian Battista Vico e la "Legatura Canevari".

Ieri con tanta adesione di popolo i Girolamini hanno vissuto finalmente una giornata di riscatto. Ma non si deve dimenticare che il saccheggio dei nuovi Lanzichenecchi era stato reso possibile proprio perché la biblioteca era chiusa al pubblico per inadempienza delle istituzioni. Ora l’impegno è non solo quella di recuperare le opere saccheggiate, ma non di non “sequestrarla” di nuovo tenendolo non frequentabile dal pubblico.


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