Economia

Tremonti? Ci spedirebbe tutti in clausura…

Luigi Marino, presidente di Confcooperative, attacca il superministro dell’Economia

di Giampaolo Cerri

Non solo sociale. Luigi Marino, presidente di Confcooperative, rappresenta in quetsa associazione anche soggetti produttivi e di consumo. Ma tutto il movimento cooperativo è al centro dell?attenzione, non sempre positiva, della politica. E se la riforma appena iniziata si risolverà in una pessima legge, saranno guai per tutte le coop. Quelle sociali comprese. Vita: Presidente, siamo all?anno orribile della cooperazione in Italia? Luigi Marino: Tutto comincia con la modifica del precedente testo della legge Mirone e con l?introduzione della suddivisione fra cooperative costituzionalmente riconosciute e non riconosciute, peraltro dando alle secondo più istituti di sostegno rispetto alle prime. Già qui c?è un?osservazione da fare: le cooperative dovrebbero essere come le suore di clausura che devono praticare la virtù, ma devono farlo in segreto, fuori dal mondo. Io invece da cattolico dico che la virtù deve essere praticata a vantaggio di tutti, alla luce del sole. Quindi ci deve essere la possibilità di lavorare e di essereanche competitivi. Questo è un problema che riguarda anche la cooperazione sociale: se le coop sociali fossero agganciate al primo comma di quell?articolo 5, potrebbero, se il primo comma (quello che definisce la cooperazione costituzionalmente riconosciuta, ndr) venisse ridotto, non utilizzare strumenti necessari. Tutto quel comma è da riesaminare nella delega perché sia consentito alle cooperative di essere anche competitive, non solo di essere premiate per virtù teoriche. Vita: Poi è arrivato Tremonti? Marino: Sì, l?amministratore delegato di questo Paese. Un?iniziativa stravolgente: l?iter attuativo dell?articolo 5 comprendeva la stesura dei decreti delegati attraverso una commissione ad hoc presieduta dal sottosegretario alla Giustizia, con il concerto delle Attività produttive e del ministero dell?Economia. Probabilmente dietro all?esigenza di far cassa, Tremonti ha inteso anticipare il provvedimento fiscale, di fatto definendo lui cos?è la cooperativa costituzionale e cosa no. Individuando soglie di prevalenza del 66%, del lavoro dei soci e di mutualità rispetto al resto, con meccanismi così infernali da rendere marginale e ridottissima la presenza di cooperative nel primo comma (costituzionalmente riconosciute), facendole passare tutte nel secondo. Vita: Peraltro lei contesta anche l?entità di questa manovra? Marino: Sì, perché si ritiene che le cooperative abbiano un Eldorado nascosto di utili indivisibili da tassare. Spiegheremo al ministro che questi utili sono molto inferiori ai dati che lui ritiene: a differenza di lui, noi abbiamo i dati perché ogni anno siamo obbligati a rendicontare. Sono dati ufficiali e incontrovertibili, in base ai quali le attese che ripone in questo provvedimento si dimostreranno fortemente eccessive. Il problema non è economico: è che si distrugge l?impianto della cooperazione italiana. Il disastro avviene con queste due fasce: una ridottissima di virtuosi e un?altra popolatissima di soggetti altrettanto autentici e virtuosi ma che, in base ai nuovi cervellotici meccanismi di Tremonti, si trovano fuori gioco. E tra questi, le cooperative sociali. Vita: Cosa c?è dietro? Marino: Ci sono diverse componenti. Questa iniziativa ha preso alla sprovvista gli stessi membri del governo, a cominciare da quelli come Vietti che ci dovevano lavorare. La seconda componente è sicuramente la necessità di fare cassa: la guerra ha creato esigenze nuove. Dove prendere i soldi? Non si può certo contravvenire alle promesse elettorali e andare a chiederli alla grande impresa o ad alcune categorie protette da questo governo. Noi avevamo avviato una trattativa con la maggioranza per far capire che la cooperazione è un bene per il Paese, non per alcuni soltanto. Purtroppo è arrivato questa decisione: lasciamo stare gli amici e colpiamo qualche tiepido nemico. Errore: fra i nostri associati ci sono elettori di tutti gli schieramenti. Vita: All?incontro del 20 novembre c?era anche il ministro Giovanardi: era un mediatore politico? Marino: Non lo so, anche se è indubitale che il Biancofiore, qualche esponente di An e alcuni di Forza Italia, specialmente quei parlamantari più radicati sul territorio, si fanno sentire. È indubitabile però che la guida economica del governo guarda in altra direzione. Vita: Come vede il futuro? Marino: Dopo lo scoppio dell?articolo 5 sono pronto a tutto.Viviamo alla giornata. Se passasse in questi termini, sarebbe un provvedimento gratuitamente vessatorio e romperebbe un equilibrio che, con tanta difficoltà e con tante rinunce, Confcooperative aveva raggiunto.


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