Volontariato

Agricoltura: in Italia è sempre più tecnologica

Il settore he speso nel 2000 oltre 3000 mld di lire per l'innovazione

di Gabriella Meroni

La nuova impresa agricola investe in innovazione tecnologica e cerca di stare sul mercato con strumenti sofisticati. Alcune cifre di un’analisi della Confederazione Italiana Agricoltori, lo testimoniano: nel 2000 gli investimenti agricoli hanno raggiunto i 20 mila miliardi, il 4,4% del totale nazionale (oltre 500 mila miliardi). Di questi più di 9.000 miliardi sono stati destinati all’acquisto di macchine e attrezzature aziendali, un terzo dei quali in strumenti tecnologicamente avanzati. Quindi 3.000 miliardi per innovarsi, una somma pari a quella che una finanziaria stanza per l’intero settore agricolo. Emerge così una certa vitalità dell’impresa che si orienta ormai al tecnologico, alla ricerca, ai sistemi avanzati di irrigazione, a lavorazioni a basso impatto ambientale che si avvalgono a moderne tecniche volte alla tutela del lavoratore dei campi e al miglioramento qualitativo dei prodotti. Ma non basta: l’imprenditore agricolo, sopratutto quello più giovane, investe per avere maggiori servizi. Non sono più rare le aziende collegate alla rete di telerilevamento climatico che permette di programmare e di organizzare le produzioni. C’è poi l’investimento, anch’esso cospicuo, per il miglioramento genetico degli animali e dei sistemi di qualità. Quella agricola, insomma, è una vera e propria impresa che guarda al futuro e che utilizza tutti gli ultimi ritrovati della scienza e della tecnologia per accrescere la sua competitività sul mercato. Assistiamo ad una autentica ”rivoluzione verde” che vede l’impresa mutare completamente pelle orientata a disegnare una nuova scelta strategica. Negli anni ’70-’80 si è assistito alla robotizzazione dell’industria tradizionale, negli anni ’90 al processo informatico del settore pubblico e privato dei servizi, entrambi accompagnati da politiche e finanziamenti adeguati. Ora anche l’agricoltura cambia davanti ai nuovi scenari e, come è avvenuto per gli altri due comparti, chiede di essere sostenuta in questo suo processo innovativo. L’impresa, dunque, si evolve nei rapporti con le tecnologie. Dalla rivoluzione agronomica alle biotecnologie, passando per le innovazioni di prodotto (qualità) e di processo (il biologico) derivano per l’agricoltura opportunità di progresso. Per questo oggi, nel corso della Conferenza nazionale sull’impresa agricola, la Cia si è detta favorevole alla ricerca sulle biotecnologie in agricoltura e alla sperimentazione in campo, nel rispetto delle nuove procedure di sicurezza ambientale. Nel corso della Conferenza è stata rimarcata l’esigenza di avere più innovazione tecnologica e ricerca scientifica nel nuovo modello di agricoltura: solo così, è stato detto da più parti, l’impresa agricola esce dagli steccati ed entra nella competitività del mercato globale. D’altra parte l’impresa si evolve anche nei rapporti con il mercato e diventa sempre più diversificata e multifunzionale. L’azienda agricola dell’autosufficienza, dunque, tende a diversificare gli ordinamenti colturali e a concentrarsi su un solo anello della filiera alimentare che è quello della produzione dei beni primari. L’azienda agricola orientata al mercato tende invece sia a specializzare gli ordinamenti colturali, sia ad incorporare fasi e funzioni diverse, da quelle di carattere ambientale e sociale (la multifunzionalità) alle attività di filiera (trasformazione e commercializzazione).


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