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Ventimiglia, trovata mediazione per i migranti sugli scogli

Dopo una giornata molto tesa, iniziata all'alba con le ruspe che hanno abbattuto il presidio della rete Noborder e 200 agenti schierati, alle 17.30 la soluzione: "i migranti saranno accolti in strutture Caritas senza dare le generalità, gli attivisti invece hanno accettato di essere identificati. Così sì sono evitati gli scontri". Decisiva la mediazione del vescovo Soatta, arrivato sul luogo

di Daniele Biella

Alle 7 del mattino lo sgombero del presidio della rete Noborder e la fuga di un centinaio tra migranti e attivisti verso gli scogli. Qui l’arrivo, in solidarietà, del vescovo. Poi lunghe ore di attesa e tensione, con gli agenti in tenuta antisommossa schierati davanti alla scogliera. Infine, qualche minuto fa, l’annuncio di un accordo per risolvere la situazione: oggi a Ventimiglia, al confine con la Francia, si sta consumando una giornata quantomeno delicata. “Alle 17.30 è stata trovata una mediazione, i circa 80 migranti hanno potuto lasciare gli scogli senza essere identificati e saranno ospitato in strutture della Caritas, mentre ai ragazzi del presidio verranno prese le generalità e probabilmente verranno denunciati. Ma hanno accettato questa mediazione, gestita in prima persona dal vescovo di Imperia-Ventimiglia, proprio per evitare che la situazione degenerasse nella violenza, ci spiega Guglielmo Mazzia, attivista Noborder fin da quell’11 giugno 2015 in cui la Francia ha chiuso le frontiere, che ha seguito da vicino tutte le fasi del raggiungimento dell’accordo tenendo costantemente i contatti telefonici con le persone sugli scogli, irraggiungibili per il folto schieramento – “15 blindati, almeno 200 poliziotti” – delle forze dell’ordine.

“La mia visita qui è nel segno della continuità della presenza che ho voluto offrire nei giorni precedenti. Ho voluto dire a me stesso e a tutti che in gioco vi sono delle persone, delle vite umane, mi riferisco ai migranti. Persone che sono povere sotto tutti i punti di vista”, aveva detto qualche ora fa direttamente dagli scogli il vescovo della diocesi di Imperia-Ventimiglia, Antonio Soatta, prima di iniziare la mediazione risolutiva. Spendendo anche due parole sulla rete Noborder, come riportato da Imperiapost.it: “È sotto gli occhi di tutti l’azione che hanno configurato, un’azione per alcuni aspetti illegale, mi riferisco all’occupazione del suolo ed altre azioni che devono essere regolate da leggi. Per i pochi contatti che ho avuto ho riscontrato delle idealità buone. L’idealità buona è quella di riconoscere in coloro che hanno di fronte delle persone e di superare un’attitudine assistenziale cercando di capire, stare vicino, dialogare, offrendo risposte non solo a necessità materiali, ma anche in termini di accoglienza e affetto”.

Ora la situazione è calma, le persone stanno cercando di trovare una soluzione per tutti per la notte, nel frattempo è stato indetto un incontro serale alla presenza di tutti i soggetti coinvolti e dell’avvocato esperto in materia Alessandra Ballerini. Quali le prossime mosse della rete Noborder, ora che il presidio è stato abbattuto con le ruspe? “Siamo diventati da pochi giorni un Comitato con uno statuto, diventando una figura istituzionale che vuole dialogare perché si risolva positivamente la questione della chiusura delle frontiere. Siamo in attesa di trovare anche una struttura fissa in vista dell’inverno, in questo senso abbiamo già ricevuto delle idee dalla Diocesi, le stiamo valutando assieme”.

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