Economia

Fmi sospende prestito all’Argentina

Un duro colpo per il Paese sudamericano, che sta attraversando una crisi economica senza precedenti

di Emanuela Citterio

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) non è disposto ad appoggiare la concessione all?Argentina di 1 miliardo e 264 milioni di dollari, necessari per fare fronte alla scadenza dei debiti esteri nel corso di dicembre. Secondo gli esponenti del Fmi il governo non riuscirà questo mese a rispettare il criterio di “deficit zero”, condizione vincolante per la concessione del prestito. Il governo argentino contava sulla cifra – pattuita diversi mesi fa con il Fmi -per far fronte a una crisi economica senza precedenti. “Siamo sul filo del rasoio, con un minimo margine di azione per evitare situazioni peggiori” ha dichiarato ieri il portavoce del governo argentino Juan Pablo Baylac, riferendosi alla critica situazione economica del paese. Sul piano interno – riferisce l’agenzia Misna – si moltiplicano intanto le polemiche contro le misure finanziarie introdotte dal governo la settimana scorsa. Di fronte al rischio di una massiccia fuga di capitali è stato limitano il ritiro di fondi dai conti bancari e fissata a 1.000 dollari la cifra massima che ogni cittadino può portare con sé in caso di viaggio all’estero. Le riserve della Banca centrale argentina sono infatti passate, dallo scorso febbraio ad oggi, da 33 a 18 miliardi di dollari. Le misure adottate dal governo praticamente impediscono di ritirare più di 250 dollari a settimana da ogni conto bancario. L’agenzia Misna riporta il parere di Juan Esteban Belderrain, esperto in politiche educative, secondo cui “Nel 1978 il 20 per cento dei ricchi guadagnava 7 volte di più rispetto al 20 per cento dei poveri. Oggi tale rapporto è salito a 14 volte. In 7 anni, cioè, l’ingiustizia ha subito una crescita esponenziale”. “I modelli di sviluppo economico neoliberale applicati continuamente ed in forma crescente – sostiene ancora Belderrain – ha fondamentalmente arricchito i settori finanziari mentre hanno impoverito quello più vulnerabile della classe media”.

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