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Rifugiati in ostello: Aig e Aics ne ospitano 500 in 7 città

Sarà presentato mercoledì alla Camera il progetto "Accoglienza solidale" lanciato dall'Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù e dall'Associazione italiana cultura e sport. L'iniziativa, già avviata a Perugia, riguarderà anche Palermo, Alghero, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Ancona

di Marina Moioli

Si chiama “Accoglienza solidale” il progetto lanciato da Aig (Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù) e Aics (Associazione italiana cultura e sport). L’obiettivo è mettere a disposizione 500 posti per i profughi che arrivano nel nostro Paese, replicando e ampliando un progetto attivo a Perugia in altre sette città: Palermo, Alghero, Genova, Bologna, Firenze, Napoli e Ancona.


Lo ha annunciato Anita Baldi, presidente nazionale Aig, in occasione del Comitato Nazionale tenutosi ad Altamura presso l'Antica Masseria dell'Alta Murgia, il bene confiscato alla criminalità organizzata che l'ente morale e assistenziale gestisce con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
«Il progetto dall'alto valore sociale, prevede una strettissima collaborazione con l'Aics che attraverso i suoi volontari si occuperà della mediazione culturale e dell'assistenza, mentre l'Aig garantirà in strutture che continueranno ad esercitare l'attiva di ostello un nuovo modello di convivenza ed integrazione culturale. Siamo nati per questo ed in un momento particolarmente delicato non potevamo sottrarci ad assicurare, con il solito entusiasmo, la nostra completa disponibilità e collaborazione», ha precisato Anita Baldi.

«Già da alcuni mesi stiamo portando avanti un progetto di accoglienza per 50 migranti, all’interno dell’ostello Mario Spagnoli di Perugia», ha spiegato Carmelo Lentino, segretario nazionale Aig. «Si tratta di un modello di perfetta integrazione, perché i rifugiati accolti vivono insieme ai ragazzi, agli sportivi e tutti gli altri ospiti della struttura. Con loro condividono anche momenti ludici e laboratori culturali. E cosìvorremmo continuare a fare negli alberghi della gioventù delle altre città. A differenza di quello che accade nelle altre strutture alberghiere che vengono messe a disposizione delle prefetture per l’accoglienza, infatti, i nostri ostelli continueranno a essere attivi anche per altri turisti».

Alla base del progetto c'è il concetto di convivenza. «Gli ostelli della gioventù nascono storicamente proprio per favorire l’integrazione culturale», ha aggiunto Lentino. «Quindi in questo momento devono essere tra i primi a far comprendere che esiste modello alternativo di dare ospitalità e fare accoglienza».

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