Formazione

Aifo ricorda Raul Follereau a trent’anni dalla morte

Il 6 dicembre del 1977 si concludeva la vita terrena di Raoul Follereau. Il ricordo del presidente Aifo

di Redazione

Il 6 dicembre del 1977 si concludeva la vita terrena di Raoul Follereau. Follereau diceva: “Felice colui che puo’ riunire in una stessa lotta i suoi sogni di adolescente, le ambizioni della sua giovinezza, la sua volonta’ di uomo”. Parole del genere sono state pronunciate da una nostra volontaria, Chiara Castellani, martedi’ scorso in una trasmissione televisiva. Chiara diceva di se’ di essere una di quelle rare persone riuscite a realizzare il suo sogno di bambina. Sono parole che sottoscriverebbero molti altri volontari, persone che hanno guardato a figure come Follereau credendo che quelle che potevano apparire “battaglie perse” come la lotta alla lebbra, andassero combattute comunque perche’ giuste. E giuste perché tutelavano i piu’ deboli, i senza voce. Affermava ancora Follereau: – Colui che ha ragione, colui che avrà sempre ragione, colui a cui il domani appartiene, colui che sara’ l’ultimo vincitore, e’ colui che ha la piu’ grande capacita’ di amare. La civilta’ non e’ ne’ il numero ne’ la forza, ne’ il denaro. La civilta’ e’ il desiderio paziente, appassionato, ostinato, che vi siano sulla terra meno ingiustizie, meno dolori, meno sventure. La civilta’ e’ amarsi”. Nell’anniversario del suo ultimo saluto terreno è bello pensare che, i con i nostri limiti e le nostre pochezze, e’ questo il tipo di civilta’ che stiamo contribuendo a costruire. Dr Enzo Zecchini, presidente AIFO


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