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La Toscana apre il numero per l’accoglienza in case private

Il presidente Enrico Rossi ha voluto un numero di telefono, il 331.6983061, per raccogliere le disponibilità di chi ha un appartamento libero o un posto in casa. «Non escludo un rimborso spese», ha detto.

di Sara De Carli

Non solo parrocchie, conventi, Comuni. La foto di Aylan, l’appello di Papa Francesco, la domanda pressante di “cosa posso fare io?” hanno fatto muovere anche i privati cittadini, che iniziano ad aprire le proprie case per accogliere un profugo. Per mettere a sistema questa disponibilità, la Regione Toscana ha creato oggi un numero di telefono dedicato. È un cellulare, il 331.6983061: risponde personale della presidenza della Regione. Lo ha annunciato oggi il governatore Enrico Rossi: «Abbiamo voluto offrire un servizio alle 20 famiglie che si sono già dichiarate disponibili ad ospitare un rifugiato e ci auguriamo che anche altri toscani seguano il loro esempio, rispondendo positivamente all'obbligo morale di accogliere chi ne ha bisogno».

Chi ha un appartamento vuoto dove ospitare un piccolo gruppo di migranti o anche un solo posto all'interno della propria casa può chiamare il numero indicato e segnalare la propria disponibilità: «Nei prossimi giorni faremo un accordo con le prefetture per definire le modalità con le quali i privati potranno offrire accoglienza e con quali procedure farlo, non escludendo la possibilità di ottenere in cambio un rimborso».

In questo momento sono ospitati in Toscana 5.700 migranti, una cifra che il presidente ha definito «tranquillamente assorbibile senza alcuna paura e nel rispetto delle regole». Il punto ora, a suo giudizio, è il lavoro: i rifugiati in attesa del riconoscimento del diritto di asilo infatti non possono lavorare. Una condizione che loro stessi soffrono, che non restituisce niente alle comunità che li accolgono e poco dignitosa. «Lavorino su base volontaria, contraccambiando così l'accoglienza che la Toscana offre loro», ha detto Rossi.

Photo by Dan Kitwood/Getty Images

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