Cultura

Vaticano: angoscia e dolore per il Medio Oriente

Ma, per ora, si evita una presa di posizione ufficiale che potrebbe render vano il tentativo d'incontro interreligioso convocato ad Assisi per il 24 gennaio

di Paolo Manzo

“Angoscia” e “dolore” in Vaticano per il precipitare degli eventi in Medio Oriente e per i rischi che l’attacco israeliano nei Territori autonomi palestinesi possa rendere ancora più assetati di sangue i terroristi di Hamas. E’ quanto scrive oggi l’Osservatore romano nel resoconto sulla rappresaglia israeliana nei Territori autonomi palestinesi, ricordando che nell’Angelus di domenica scorsa il Papa aveva già sottolineato “la gravità della situazione”. E l’organo di stampa del vaticano prosegue affermando che “ancora una volta la contrapposizione e l’odio ostacolano la speranza di pace che stenta a divenire realtà. Ma proprio mentre le bombe sembrano prendere il posto delle parole appare ancora più chiaro come il dialogo rappresenti la sola via d’uscita, l’unico strumento in grado di condurre alla convivenza pacifica”. Ma la Santa Sede, che vive con grande preoccupazione le sorti dei palestinesi e dall’inizio della seconda Intifada, lo scorso 28 settembre 2000, ha raffreddato i rapporti con Tel Aviv, evita una presa di posizione ufficiale contro Israele per scongiurare il fallimento dell’incontro interreligioso, voluto e atteso dal Papa per rilanciare il ruolo delle religioni contro i focolai di guerra nel mondo, convocato ad Assisi per il 24 gennaio.


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