Famiglia

Assedio a Kandahar, il dramma dei civili

Confusione e instabilita' nell'area della citta' sotto assedio sono state denunciate dal portavoce dell'Ufficio delle Nazioni Unite

di Gabriella Meroni

Almeno ottomila persone hanno lasciato Kandahar, l’ultima roccaforte dei talebani in Afghanistan, e i dintorni della citta’ nell’ultima settimana in concomitanza con l’intensificazione dei bombardamenti americani. Il portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Acnur), Peter Kessler, ha riferito che piu’ di duemila persone fuggono dalla citta’ ogni giorno, cercando rifugio in Pakistan. Molti di loro hanno raccontato che vi e’ molta confusione a Kandahar e lungo la strada che porta al confine pachistano. Confusione e instabilita’ nell’area della citta’ sotto assedio sono state denunciate anche dal portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento dell’Assistenza Umanitaria in Afghanistan (Unocha), Stephanie Bunker. ”La situazione della sicurezza intorno e dentro Kandahar e’ estremamente instabile e sono state registrate vittime a seguito dei bombardamenti americani”, ha detto la Bunker, precisando che sono state compiute rapine sulle strade vicino alla citta’ e per questo le organizzazioni umanitarie sono state costrette ad interrompere l’invio di aiuti. La Bunker ha riferito che la situazione e’ ancora instabile anche a Mazar-e-Sharif, dove gli scontri tra diversi gruppi etnici hanno bloccato anche qui i rifornimenti di aiuti alla popolazione. Mentre, ha aggiunto, migliora la situazione di giorno in giorno a Kabul ed Herat.


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