Cultura

Premio “La Donna dell’Anno” a Chiara Castellani missionaria laica

Il Premio Internazionale "La Donna dell'Anno", promosso dal Consiglio regionale Valle d'Aosta assegnato a Chiara Castellani missionaria laica e medico nel progetto AIFO in Congo

di Redazione

Il prestigioso riconoscimento istituito nel 1998 per iniziativa del Consiglio regionale della Valle d’Aosta è stato assegnato lo scorso 30 novembre presso il Casinò di Saint Vincent. Il Consiglio regionale della Valle d’Aosta ha voluto creare un evento di respiro internazionale che offrisse alle donne, quotidianamente impegnate nella conquista di una nuova stagione dei diritti, una voce un po’ più forte, il diritto di cronaca che spesso non riescono a conquistare, un sostegno ed un aiuto. L’evento, il Consiglio è promosso in collaborazione con Soroptimist International – Valle d’Aosta, la Sede Regionale della RAI, e dall’edizione 2000, con la Fondazione CRT. Il Premio – che ha ottenuto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e del Parlamento Europeo – si pone quindi come strumento di scandaglio di contesti politici e sociali difficili, di situazioni personali di grande impegno e coraggio, con l’intenzione di offrire alle donne che ne sono protagoniste, insieme ad un solido sostegno in caso di necessità e un autorevole canale di comunicazione verso l’esterno, l’occasione per incontrarsi, confrontarsi, scambiare esperienze e conoscenze, creare collaborazioni. Chiara Castellani “A sette anni decisi di fare il medico per aiutare i poveri”, dice Chiara. Poteva essere uno dei tanti slanci di generosità che i bambini a quella età hanno, invece Chiara anche se inconsapevolmente, aveva già tracciato il suo programma di vita. Si laurea giovanissima in medicina con il massimo dei voti all’Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma, subito dopo si specializza in ginecologia. Ha 27 anni quando parte per il Nicaragua. Vi rimarrà per sette anni, di cui gli ultimi tre vissuti a Waslala, cioè in piena zona di guerra. Le lettere di Chiara dal Nicaragua sono raccolte in un libro “Carissimi tutti”, in cui l’incisività dell’esperienza e del linguaggio di Chiara conducono il lettore tra la gente del Nicaragua, gli fanno respirare la speranza di persone laboriose che chiedono solo di vivere, di avere un futuro e per questo pagano il prezzo più alto che possa essere chiesto ad un essere umano: la vita. Chiara racconta la gioia delle nascite, la serena quotidianità della vita nei villaggi sconvolta dagli attacchi dei guerriglieri che seminano morte e mutilazioni. Narra i momenti di sconforto, la sigaretta fumata dopo l’ennesima amputazione ad uno dei tanti giovani che dopo qualche settimana, anche se mutilato, tornerà comunque sul fronte a combattere. Ha il dono della parola Chiara. Riesce a trasmettere le sue emozioni al lettore. Nel 1989 rientra dal Nicaragua. Per le sue competenze professionali e la sua esperienza ha la prestigiosa opportunità di lavorare per le Nazioni Unite. Rinuncia perché il suo posto è con la gente semplice. E’ già in Congo, allora Zaire, quando è vittima di un grave incidente stradale nel quale perde il braccio destro. Sono le prove più dure a far emergere la forza interiore delle persone. Chiara trova in se’ una forza immensa forse è un sentimento maturato in lei giorno dopo giorno alla scuola della sofferenza tra la gente del Nicaragua. Impara a scrivere con la sinistra, ad usare la protesi e quando questa non è sufficiente nel suo lavoro di ginecologa impara a servirsi del braccio delle sue infermiere. Oggi Chiara ha 45 anni e lavora a Kimbau nell’attuale Repubblica democratica del Congo, per l’AIFO, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau. E’ in un paese devastato dalla guerra, con le infrastrutture distrutte, in un ospedale in cui manca perfino l’acqua. In cui i bambini prematuri sono avvolti in coperte che fungono da incubatrice. In cui morire di malaria o di diarrea fa parte dello scorrere dei giorni. A Kimbau Chiara è responsabile dei servizi sanitari di base, unico medico in un territorio più grande del Belgio. Chiara è incardinata come missionaria laica nella diocesi di Kenge. E’ stata insignita, dalla Presidenza della Repubblica italiana, del grado di Alto Ufficiale della Repubblica. Il 21 ottobre 2000, ha ricevuto il Premio Cuore Amico assegnato dall’omonima Associazione


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