Politica
Pannuti: «A questi tagli alla Sanità manca un’idea»
Si dice razionalizzazione ma si legge tagli. E si tratta di 2,3 miliardi all'anno per tre anni. Raffaella Pannuti, presidente di Fondazione Ant spiega: «Spero non sia un modo per trovare i fondi per abbassare le tasse. Se si vuole cambiare il sistema bisogna investire sul rapporto di fiducia medico paziente, sulle cure palliative e puntare sull'integrazione del non profit»
Misure da 2,3 miliardi nel 2015, 2016 e 2017. Sono i tagli alla sanità. I provvedimenti riguarderanno direttamente i cittadini. In primo luogo c'è il taglio delle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) non necessarie (nel linguaggio tecnico: non appropriate). Il principio che ispira la razionalizzazione è che bisogna frenare il fenomeno della cosiddetta “medicina difensiva”: medici che per mettersi a riparo da eventuali vertenze giudiziarie, permettono un accesso facile ad analisi e controlli. Chi sbaglia subirà un taglio allo stipendio. taglio anche ai ricoveri per riabilitazione: revisione delle tipologie in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie; controlli e penalizzazioni. Abbiamo chiesto un commento a Raffella Pannuti, presidente di Fondazione Ant
Come giudica questi tagli alla sanità?
Vorrei prima di tutto chiarire che sono per una sanità rivista, integrata e che possa essere di supporto reale agli indigenti e chi ha malattie rare. Su questo sto con il ministro Lorenzin. Anche perché il ministro della Sanità vorrebbe che le risorse risparmiate tornino nell'ambito sanitario, ma il ministro dell'Economia Padoan non mi sembra dello stesso avviso. Diciamo che sul modo credo che si possa migliorare.
Come si potrebbe apportare questo miglioramento?
Mi sembra che alla base di questa razionalizzazione manchi una qualsiasi idea su come tagliare e ridistribuire. Ci sono, a mio avviso, tre temi fondamentali. Il primo è il rapporto di fiducia tra medico e paziente. Ci stiamo perdendo in una frenesia da aziendalizzazione. Ma quel rapporto di fiducia risolverebbe molti di quei problemi che effettivamente ci sono e cui si vorrebbe porre rimedio con questa manovra.
La seconda?
Vedo una mancanza di attenzione rispetto al mondo del non profit. Si continua a parlare di idee vecchie di tagli e razionalizzazioni. Mai che si discuta di innovazione e di un'integrazione del non profit che pure c'è, esiste ed è vivace e può dare risposte innovative e integrative. Queste idee nuove che potrebbe per altro essere di grande aiuto nell'organizzazione e razionalizzazione delle risorse sanitarie. La mia paura è che, tenendo conto del peso del capitolo sanitario nei bilanci pubblici, Renzi pensi di abbassare le tasse raccogliendo da lì le risorse necessarie. Auspico un rapporto diverso col non profit in Sanità
L'ultimo capitolo qual è?
Un'attenzione a quelle che sono le cure a lungo termine, le cure palliative. Ancora una volta, purtroppo sono passate sotto silenzio. Anche perché, visti i tagli sulle degenze, vorrei sapere dove verranno messe tutte le persone che non avranno più a disposizione un letto disponibile all'ospedale.
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