Cultura

Fare bene la scuola, il Piemonte ci prova

A Torino, 10 settembre 2015 ci sarà la sesta conferenza regionale della scuola. Titolo scelto: “Fare bene la scuola. Per costruire un progetto di scuola che aiuti la rinascita del Paese”. Evento conclusivo di un progetto avviato nel 2010 per ricercare tracce di buona scuola e individuare condizioni di fattibilità, di efficacia e di trasferimento

di Redazione

A Torino, 10 settembre 2015 ci sarà la sesta conferenza regionale della scuola. Titolo scelto: “Fare bene la scuola. Per costruire un progetto di scuola che aiuti la rinascita del Paese”. Si tratta della giornata conclusiva di un progetto iniziato nel 2010, il “Viaggio nei territori della scuola piemontese”, promosso dal Forum Regionale per l'Educazione e la Scuola del Piemonte in collaborazione con l'Associazione N. Tommaseo e altre associazioni professionali della scuola.

In questi sei anni sono state organizzati incontri in oltre 180 realtà scolastiche (istituti comprensivi, reti di scuole, e istituti di istruzione secondaria), incontrando circa 3.500 fra insegnanti e dirigenti scolastici, insieme a molti studenti, genitori, amministratori locali, docenti universitari. In sei anni sono stati realizzati oltre 200 focus group territoriali e 35 seminari tematici. I report di queste iniziative decentrate sono stati raccolti in altrettanti "Quaderni di Documentazione", a disposizione delle scuole e di coloro che hanno partecipato ai lavori della Conferenza.

L’obiettivo di questa ricerca-azione non è stato quello di elaborare una fotografia completa e complessiva della scuola piemontese, quanto piuttosto quello di ricercare tracce di buona scuola, riconoscendo e valorizzando le qualità del lavoro di insegnanti e dirigenti che la caratterizzano con l’obiettivo di individuare l’idea di scuola che la anima e la sostiene. L'efficacia del fare scuola ha come perno centrale l'attività degli allievi che l'insegnante predispone, segue e sostiene offrendo strumenti e allestendo situazioni di apprendimento adeguate. Nel racconto delle esperienze, che quest’anno sono state allargate alle scuole 0/6 e alla educazione degli adulti (CPIA e Università) si coglie questa ricchezza metodologica e didattica per analizzare in profondità esperienze già rilevate come l'apprendimento cooperativo, la didattica di laboratorio, la “CLIL”, la “flipped classroom”, l'uso avanzato delle tecnologie digitali e della robotica..

La ricerca non è finalizzata alla descrizione dettagliata di queste tecniche quanto a capirne motivazioni e finalità, condizioni di fattibilità e di efficacia, livelli di coinvolgimento della comunità scolastica, possibilità di trasferimento in altre realtà.


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