Politica
Nuovo sì del parlamento al piano di uno Tsipras ormai arreso
Il partito del premier, Syriza, rimane coeso e incassa anche il sostegno di Yanis Varoufakis. Varato anche il seocondo step per arrivare ad ottenere gli aiuti europei. Ma Tsipras ammette: «non credo in questo accordo, ma lo attuerò»
Il Parlamento di Atene dice sì al secondo pacchetto di riforme richieste dai creditori internazionali per riavviare i negoziati sul piano di salvataggio da oltre 80 miliardi. Il governo è riuscito a ricomporre le spaccature interne tanto da trovare l'appoggio anche di Yanis Varoufakis, il più duro dei contestatori dell'accordo. Con 230 sì, 63 no, 5 astenuti Tsipras incassa questo nuovo successo e porta la Grecia al tavolo delle negoziazioni con la ex Troika (Ue, Bce e Fmi) per trovare un accordo entro il 20 agosto.
Cosa contiene la seconda trance di riforme
Il Parlamento ha approvato la semplificazione del codice di procedura civile e l'adozione delle norme europee sui salvataggi bancari. Quest'ultimo punto prevede che nel caso di pericolo, a salvare una banca siano, anzitutto, gli azionisti, successivamente gli obbligazionisti senior e junior, dopo ancora i depositanti. Solo se questi interventi risulteranno insufficienti, la banca potrà adire in prima battuta l'aiuto del governo nazionale e, infine, quello del fondo europeo apposito. Le nuove norme sulle banche entreranno in vigore dall'anno prossimo e il ministro delle Finanze, Euclid Tsakatolos, rassicura che per allora gli istituti ellenici saranno stati ricapitalizzati. Questi attendono di ottenere 25 miliardi di euro dal terzo piano di salvataggio e ieri si sono visti aumentare dalla BCE di 900 milioni a 90,4 miliardi il tetto dei fondi ELA, che anche il giovedì scorso era stato sbloccato per l'identico importo, dopo essere stato mantenuto fermo per quasi 3 settimane.
Tsipras, un premier ormai arreso
Intervenendo davanti ai deputati, nel tentativo di serrare le fila della propria maggioranza, sfaldatasi la settimana scorsa con l'approvazione del piano dei creditori, il premier Alexis Tsipras ha attaccato «le forze conservatrici in Europa», che ancora tramerebbero per cacciare la Grecia dall'euro, spiegando come egli non creda affatto nell'accordo che stava per sottoporre al voto del Parlamento, ma che al contempo lo attuerà. Tsipras ha chiarito che dal suo punto di vista quella dei creditori è stata una vittoria di Pirro, perché nessuno potrà credibilmente addebitare l'accordo alla Grecia.
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