Non profit

Kabul, presto riapriranno ambasciate occidente

La Turchia ha già riaperto la propria ambasciata, inviando un diplomatico di medio rang, gli Usa «ci stanno pensando»

di Gabriella Meroni

Gli Stati Uniti stanno ”considerando attentamente” l’ipotesi di riaprire la propria ambasciata a Kabul non appena si saranno realizzate alcune condizioni, ma tra queste non vi e’ la nascita di un nuovo governo. ”Aspettiamo con ansia l’opportunita’ di stabilire una relazione di collaborazione con l’amministrazione provvisoria, non importa quale sara’ il governo che verra’ stabilito”, ha detto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Richard Boucher, precisando che la nascita di un nuovo governo in Afghanistan ”e’ ovviamente uno dei fattori che dobbiamo considerare, ma non una condizione’. Boucher non ha al momento fornito alcuna indicazione sui tempi del rientro a Kabul del personale diplomatico americano, ma personale afghano sta gia’ lavorando all’interno dell’ambasciata. Washington aveva interrotto le relazioni diplomatiche con Kabul nel 1996, subito dopo l’ingresso dei Taleban nella capitale, ma in realta’ le normali attivita’ erano gia’ state sospese nel 1989, dopo il ritiro dell’Armata rossa sovietica e l’inizio della guerra civile. All’epoca era stato richiamato tutto il personale americano, mentre quello locale era rimasto fino al 1996. Il 26 settembre scorso, a pochi giorni dall’inizio dell’operazione militare americana contro l’Afghanistan, decine di militanti filotalebani avevano attaccato e dato alle fiamme la sede dell’ambasciata Oltre agli Stati Uniti, altri Paesi si stanno muovendo per riprendere l’attivita’ diplomatica a Kabul: la Turchia proprio ieri ha riaperto la propria ambasciata, inviando un diplomatico di medio rango. Contemporaneamente ”ha iniziato a funzionare” la missione diplomatica russa, che, come ha precisato il ministero dell’Emergenza di Mosca, servira’ come ”centro umanitario”, mentre all’inizio della prossima settimana dovrebbero essere a Kabul tre diplomatici italiani di medio livello, provenienti dall’ambasciata a Teheran, che faranno una prima ricognizione, verificando anche le condizioni in cui si trova l’edificio sede della rappresentanza.


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