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Gli hotspot non esistono

La verità sui futuri centri predisposti alle impronte digitali e alle pratiche d'asilo secondo Robert K. Visser, direttore generale dell’agenzia dell’Eu che si occupa di asilo politico (Easo)

di Martino Pillitteri

Sono state 660 mila le richieste di asilo politico nei paesi dell’Ue nel 2014; un record da quando nel 2008 le agenzie dell’Ue preposte alla data collection hanno iniziato a raccogliere dati sulle domande di asilo. Tante domande ma anche tante risposte non date; sono infatti 500 mila le persone che alla fine del 2014 non avevano ancora ricevuto una risposta dalle autorità competenti.

Sono alcuni dei dati pubblicati dall’Annual Report of Asylum in the European Union 2014 redatto dall’Easo, l’agenzia dell’Eu che si occupa di asilo politico, presentato questa mattina a Bruxelles.

Secondo il rapporto, il numero più altro di richiedenti asilo politico all’interno dei paesi Eu sono i siriani con 128 mila richieste e gli eritrei con 47 mila. Le richieste collettive dai paesi Balcani, principalmente dalla Serbia e dal Kosovo, sono state 110 mila. Il dato più rilevante lo ha dato il direttore generale dell’agenzia, Robert K. Visser, in conferenza stampa e riguarda il trend del 2015: “Nei primi cinque mesi di quest’anno”, ha detto il direttore generale “le domande di asilo politico nei paesi dell’Ue sono aumentate del 68% rispetto allo stesso periodo del 2014.


Interpellato da Vita.it, Visser fa anche il punto sulla situazione italiana. “L’Italia è il paese più esposto, la situazione è veramente emergenziale. Settimana prossima sarò in Sicilia con degli esperti internazionali in materia di flussi immigratori e di accoglienza e ci confronteremo con le autorità e gli addetti ai lavori italiani per capire le cose da fare.

Si riferisce agli hotspot?
Si e no. Gli hotspot non esistono. La stampa italiana ne parla spesso ma mettendo il temine in un contesto non consono.

In che senso?
Hotspot è un idea, un concetto che si riferisce a un situazione di stress nella gestione di una crisi. Non sono luoghi fisici dove si prenderanno le impronte digitali dei migranti e si inizieranno le pratiche dell’asilo. Ma di quelli c’è veramente bisogno. Guardi, su una cosa siamo tutti d’accordo, bisogna sapere chi sono le persone che fanno la richiesta d’asilo e bisogna fare in modo che si siano dei centri ufficiali predisposti a prendere le impronte e iniziare le pratiche. In Sicilia potrebbero esserci 3 centri predisposti a questo lavoro.

Tre è un numero ufficiale?
No è una mia stima. Potrebbero essere di più. La decisione sul numero delle facilities o agenzie specializzate spetta alle autorità italiane. L’Europa darà il suo sostegno e farà le valutazioni legali del caso. Noi, con la nostra competenza e credibilità, possiamo però facilitare la decisione politica del governo italiano.

Foto: getty images

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