Cultura

Naipaul, scandalo o verità?

Il reportage del premio Nobel. Un libro sui Paesi convertiti all’Islam. Con lo sguardo disincantato del grande scrittore. Un documento unico. E discutibile

di Luca Doninelli

Uno scrittore scorrettissimo per tutte le latitudini politiche, Vidiadhar S. Naipaul, quest?anno premio Nobel per la letteratura. Ma un grande scrittore. Scorretto perché scrittore, scorretto perché grande. Narratore per natura prima che per vocazione, come Bruce Chatwin: narratore anche se non esistessero penna, carta, inchiostro, scrittura. Carattere insopportabile: scostante, presuntuoso, snob. Indiano, nato a Trinidad, vissuto in Inghilterra, detesta l?India che gli ha dato il dna. La sua anglofilia, di proporzioni kiplinghiane, imbarazza gli stessi inglesi. L?hanno chiamato nuovo Kipling, nuovo Conrad: è soltanto se stesso, basta e avanza. Di Vidiadhar S. Naipaul, Adelphi ,con fortunato tempismo, ha messo in libreria, pochi giorni prima della proclamazione del Nobel, Fedeli a oltranza. Un ritorno, datato 1998, sulle orme di un altro viaggio, compiuto vent?anni prima, nell?Asia meridionale, dall?Iran al Pakistan, alla Malesia, all?Indonesia: Paesi non arabi, che in quest?ultimo quarto di secolo hanno conosciuto, con le repubbliche asiatiche ex Urss, la più rapida espansione dell?Islam che si sia mai vista. Fedeli a oltranza è il racconto fedele di un viaggio, con incontri, vicende e uomini desiderosi di raccontare com?è andata la loro vita. Protagonista, vero o millantato, del libro: Dio. Leggendo le pagine sull?Indonesia, che sono le prime del libro, rivedo le stesse scarpe, gli stessi abiti, la stessa polvere, gli stessi tappeti, gli stessi ritmi di vita che ho incontrato in Egitto, in Marocco, a due continenti e svariate migliaia di chilometri di distanza. Da noi, nel giro di cinquanta chilometri cambiano accento, mentalità, ricette gastronomiche. L?anonimato della fede islamica è il grande motore della sua espansione. Non esiste l??io?, esiste soltanto Allah. L?uomo di fede musulmano accetta qualunque sventura con la somma indifferenza (paragonabile a quella degli antichi saggi stoici) di chi sa che il successo e l?insuccesso sono valori relativi, e che tutto ciò che accade è opera di Dio. L?individuo, la persona non c?entrano. Così si svuota la libertà umana, che non è più sede di alcun dramma. La bonarietà islamica e la violenza islamica sono due espressioni dello stesso inchallah, dello stesso fatalismo. La storia di Imaduddin, musulmano indonesiano, passato dalla condizione di galeotto a quella di intellettuale di punta della rénaissance islamica, è emblematica della situazione di Paesi che, in pochi anni, hanno conosciuto un?adesione all?Islam nell?ordine delle decine di milioni di persone. Altrettanto ovvia risulta la convergenza tra Islam e comunismo in Paesi come l?Iran, dove molti comunisti giurarono fedeltà a Khomeini e dettarono le linee della sua politica economica. Queste e altre curiosità, degne di attenta riflessione, come ad esempio l?organizzazione pseudo sacrale dei campi di addestramento terroristico, troverete in forma narrativa («Non è un libro di opinioni, è un libro di storie», premette Naipaul) in questo bellissimo libro. Da leggere attentamente, perché lo sguardo ostile di Naipaul non è mai uno sguardo prevenuto. Fedeli a oltranzaPrezzo 29,60 euro; 60mila lire


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