Cultura

L’accoglienza modello Toscana

Il Terzo settore gestisce nella regione 280 piccole strutture che accolgono circa quattromila profughi. Una realtà fotografata dal Cesvot sull’ultimo numero della rivista online “Pluraliweb. Storie di associazioni e volontari”

di Redazione

In Italia l’immigrazione è al 7%, in Germania e Inghilterra al 13%, in Spagna al 12%, in Svezia al 16%. Ma secondo un recente studio di Ipsos Mori, sia gli italiani al di sotto dei 35 anni che le fasce di popolazione a basso reddito credono che l’immigrazione nel nostro paese oscilli fra il 31% ed il 39%. La percentuale si abbassa fra le persone scolarizzate ed arriva ad attestarsi su un intervallo fra il 17% ed il 27%. Ancora parecchio distante dalla realtà. La giusta percezione della presenza dei migranti nelle nostre città non è solo una questione di comunicazione. Molto c’entrano le politiche di accoglienza e integrazione che ogni giorno si mettono in campo che, quando sono efficaci, possono cambiare anche la percezione che i cittadini hanno del fenomeno immigrazione.

Un’accoglienza diffusa e condivisa con il territorio e il terzo settore è la via scelta dalla Toscana che ad oggi ospita 4mila profughi in 280 centri di accoglienza straordinaria: si tratta di piccole strutture (15 ospiti per centro) presenti in circa 150 Comuni (poco più della metà dei Comuni toscani) e gestite da enti del terzo settore. In particolare la provincia di Firenze è l’area che ne ospita di più, circa un migliaio, distribuiti in 63 centri: 11 centri sono gestiti dalle Misericordie, 4 da Caritas, 8 da altre associazioni di volontariato e 40 da cooperative sociali. Sono solo alcuni dei numeri pubblicati nell’ultimo numero di "Pluraliweb. Storie di associazioni e volontari", la rivista online di Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana), dal titolo “La buona accoglienza fa bene a tutti. L’esperienza toscana e il modello Sprar”.

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Secondo Arci e Caritas, perché le politiche di accoglienza siano efficaci occorre ampliare la rete Sprar, il Sistema di protezione dei profughi e richiedenti asilo attivato in Italia nel 2002. In Toscana, secondo la ricognizione pubblicata da Cesvot, sono attivi 14 progetti Sprar, distribuiti in quasi tutte le provincie e gestiti da soggetti del terzo settore, soprattutto grandi organizzazioni come Arci e Caritas, ma non mancano piccole associazioni del territorio, come Progetto Accoglienza di Borgo S. Lorenzo e Querce di Mamre di Santa Croce sull’Arno. Complessivamente la rete Sprar può accogliere 595 profughi a fronte dei 4mila attualmente presenti sul territorio regionale.

Per Rachele Nucci di Oxfam Italia, la Ong che in Toscana sta accogliendo 93 profughi, «lo Sprar è un sistema ordinario e strutturato che gestisce l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati con una logica di accoglienza diffusa e integrata, il cui ampliamento consentirebbe di superare la gestione emergenziale e di offrire, a parità di risorse, molte più garanzie sulla qualità dei servizi per le persone ospitate. Inoltre andrebbero estese molto di più le esperienze di protocolli per la realizzazione di attività ricreative, formative e di volontariato, considerati i risultati che si riesce a ottenere in termini di integrazione dei migranti nelle nostre città. I piccoli Comuni con una popolazione di circa 15mila abitanti sono potenzialmente le migliori realtà su cui concentrare il modello: costituiscono il contesto ideale sia per favorire l’integrazione che per evitare un processo di "ghettizzazione"dei migranti».


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