Welfare

La Salute vien Mangiando: il cibo come terapia

Parte a Expo il primo progetto italiano per favorire la cultura della sana alimentazione come cura e prevenzione del diabete e delle malattie cardiovascolari

di Redazione

Si chiama “La Salute vien Mangiando! Piatti Sani per il diabete e non solo…- Expo 2015il progetto presentato oggi nell’ambito delle attività di Expo 2015 a Milano a Palazzo Marino.

Voluto dal Ministero della Salute con la Fondazione “Salute e Benessere”, da “Le Università per Expo 2015. Comitato Scientifico del Comune di Milano”, dalle Istituzioni Sanitarie, dalle Società Scientifiche, dalle Università e dalle Associazioni dei pazienti, il progetto mira a dimostrare come la Dieta Mediterranea o “mediterraneità”, riconosciuta come alimentazione sana, non sia solo preventiva, ma una vera e propria terapia, complementare ai farmaci e all’attività fisica, per l’autocontrollo glicemico e per le malattie cardiovascolari.

Gli esperti hanno individuato due “killer silenziosi”: il diabete che costituisce il paradigma delle cronicità e le complicanze cardiovascolari che sono la maggiore causa di morte. Lo stile di vita sano è sempre stato riconosciuto come un cardine della salute. Sono numerosi gli studi scientifici internazionali che hanno validato questa tesi, soprattutto per la cura del diabete e di altre malattie metaboliche e croniche. Tuttavia, in modo specifico proprio per il diabete, è stato osservato che un’alimentazione controllata e di qualità, insieme all’attività fisica, sono in grado di ridurre l’insorgenza di questa patologia nel 66% dei soggetti a rischio (contro l’utilizzo dei farmaci che la riduce solo nel 33% dei soggetti predisposti) e in alcuni casi di favorirne la remissione permettendo un controllo adeguato della glicemia.

In Italia sono 4 milioni i pazienti affetti da diabete: il 90% è affetto da diabete tipo 2, il 10% da diabete di tipo 1. Il costo reale per la cura del diabete è di 4 mila euro per paziente all’anno. Di questa cifra il 90% viene speso per le complicanze, il 10% per la gestione standard del paziente. La spesa per i farmaci antidiabetici minima è pari al 4%, così pure per l'autocontrollo glicemico. Il 14% è speso per farmaci per le complicanze, il 10% per le visite specialistiche e il 68% per i ricoveri ospedalieri.

Il controllo dell’alimentazione, legato ad una minore assunzione di proteine, una maggiore assunzione di quantità di fibre e grassi insaturi aiuta il paziente anche in un opportuno calo ponderale. Ricordiamo infatti che 66,4% dei diabetici di tipo 2 è in sovrappeso o obeso: gli studiosi parlano di “diabesità”. Numerose ricerche scientifiche attestano che anche un minimo calo ponderale può determinare una riduzione del rischio di sviluppare il diabete, attraverso un miglioramento del metabolismo. Questi dati dimostrano l'importanza di investire sugli stili di vita, in modo particolare alimentazione ed esercizio fisico come prevenzione efficace delle complicanze, soprattutto cardiovascolari.

Mondo scientifico, associazioni dei pazienti e Ministero della Salute si impegnano insieme ad operare affinché si riescano a modificare i dati negativi che caratterizzano gli stili di vita delle persone diabetiche. Mentre infatti in Italia si riscontrano dati positivi sull’appropriatezza farmacologica, grazie ad un impegno che il Servizio Sanitario Nazionale ha dedicato a questa cronicità, minore attenzione è stata invece dedicata all’educazione dei pazienti sullo stile di vita.

Il Progetto vuole trovare le ragioni di questa difficoltà e soprattutto individuare una strategia che consenta di modificare stili di vita non salutari, in modo specifico l’alimentazione e l’attività fisica, trasformandoli in strumenti che possano diventare indicatori di salute pubblica e anche di benessere economico per le casse dello Stato.

Il tema, scelto anche da Expo, è l’occasione per declinare gli studi scientifici nella vita quotidiana delle persone diabetiche e affette da malattie cardiovascolari e l’opportunità per presentare due valori prettamente italiani: la Dieta Mediterranea ma soprattutto il network dei Centri di Diabetologia costituito da numerose strutture di rilievo dove sono in cura oltre tre quarti dei malati italiani: in pratica, un modello virtuoso e unico al mondo per l’assistenza e per raccogliere dati, spunti e informazioni sulla malattia.


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