Economia
Tutti i nomi da non perdere della Davos dell’impresa sociale
Mancano due giorni al lancio del Social Enterprise World Forum, l’evento organizzato da Acra-CCS che riunirà a Milano i protagonisti del social business globale, una tre giorni di dibattiti imperdibile per chiunque si occupi di impresa sociale e innovazione, ospite d’eccezione Muhammad Yunus
Un frullatore di eventi, dibattiti e networking, imperdibile per chiunque si occupi di innovazione, impresa sociale e impatto. E’ quello che ci si aspetta dal Social Enterprise World Forum 2015, la tre giorni dedicata al social business internazionale, organizzata da Acra-CCS, che verrà inaugurata il 1 luglio a Milano, per concludersi il 3 luglio, con l’intervento del padre della microfinanza e Premio Nobel, Mohammad Yunus, un battesimo ben augurante per gli imprenditori sociali più giovani, quelli che, sul social business, hanno scommesso il futuro.
Saranno proprio i più giovani i protagonisti più osservati del Forum che verrà inaugurato da un keynote speech di Ruth e Amy Anslow, sorelle britanniche poco più che trentenni, che nel 2013, a Brighton, hanno lanciato Hisbe un supermarket in cui vendere prodotti etici e sostenibili a prezzi accessibili, un progetto che ha raccolto 200 mila sterline nel loro primo aumento di capitale diffuso.
Parole d’ordine in questi tre giorni, insieme ad innovazione e impatto, anche partnership con i governi che, nell’impresa sociale, vedono un asset strategico. Tra le istituzioni che parteciperanno alla tavola rotonda inaugurale, dedicata alle opportunità offerte dal social business di coniugare crescita economica e giustizia sociale, fortissima la presenza dei Paesi che, sull’impresa sociale si stanno ancora facendo le ossa.
Insieme a John Swiney, vice primo ministro della navigata Scozia (dove le imprese sociali sono più di 3.500) e alla Commissaria dell’Unione Europea per il Mercato Interno, Industria, Imprenditoria e PMI, Elzbieta Bienkoswka, saranno presenti infatti Florence Hui, Sottosegretario per gli Affari Interni del Governo di Hong Kong e Joyce Yen Feng, Ministro taiwanese senza Portafoglio dello Executive Yuan (la parte del governo che detiene il potere esecutivo), responsabile delle politiche sul social welfare. A seguito del ministro Feng quasi 100 imprenditori taiwanesi che, dopo l’evento visiteranno alcune delle migliori imprese sociali italiane. Proprio a Taiwan negli ultimi anni le imprese sociali sono cresciute moltissimo, nel 2012 il quotidiano britannico The Guardian ne contava più di 5mila e a fine 2014 il governo ha stanziato 161 milioni di dollari taiwanesi (circa 4.800.000 euro) per l’incubazione di 100 nuove startup sociali, compresa nel budget anche la formazione e l’incentivo a partecipare a diversi eventi internazionali per favorire lo scambio e confrontarsi con modelli diversi.
Il Social Enterprise World Forum 2015, d’altronde promette proprio questo. Arriveranno dagli Stati Uniti, dall’Africa, dall’America Latina e dall’Asia gli imprenditori sociali che prenderanno parte all’evento, come Sonia Grinvalds, Harish Hande e Kevin Lynch che chiuderanno la prima giornata del Forum. Mentre Grinvalds è co-fondatrice di AFRIpads, l’impresa ugandese che rende gli assorbenti intimi lavabili accessibili a tutti e che conta già 115 dipendenti e un fatturato di 600 mila euro, Hande è il creatore di Selco, l’azienda da 5 milioni di dollari di fatturato annui che è riuscita a portare l’energia pulita nelle zone più povere dell’India, raggiungendo, dal 1995, oltre 1 milione di famiglie. Grinvalds e Hande metteranno a confronto le proprie esperienze e discuteranno degli ostacoli principali allo sviluppo del business, perché, come aveva anticipato a Vita, Gerry Higgins, amministratore delegato di Ceis, la più importante agenzia di supporto all’impresa sociale in Scozia e fondatore del Social Enterprise World Forum (SEWF) “questo evento non può lasciare spazio alla retorica, dovrà essere di rottura”. Tra i dibattiti più caldi, la plenaria del secondo giorno: Mito o realtà dell’uso dei dati, in cui si discuterà della funzionalità dei dati per la misurazione dell’impatto ma anche della necessità di costruire una cultura che in realtà vada oltre il dato. Interverranno nel dibattito autorità del campo, fra cui Michael Green, ideatore e ambasciatore, insieme a Michael Porte, del Social Progress Index, da poco adottato dalla Comunità Europea per misurare il progresso sociale degli stati membri.
Punto fortissimo del forum, l’incontro conclusivo che affronterà quello che forse rimane l’aspetto più critico dell’impresa sociale: Possono gli investitori trarre profitto dalle imprese sociali? Quanto è importante il profitto rispetto all’impatto? Protagonisti Sophi Tranchell, managing director di Divine Chocolate, azienda leader del cioccolato equosolidale e Mohammad Yunus, in un dibattito conclusivo che, con tutta probabilità, offrirà parecchi nuovi spunti di discussione.
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