Mondo
Medjugorje, il mistero continua
Tra annunci, precisazioni, smentite, dubbi e scisma annunciati il riconoscimento delle apparizioni mariane si tinge di giallo. L'iter non è affatto concluso e l'ultima parola spetta a papa Francesco, che si pronuncerà solo in autunno
«Medjugorje, i dubbi del Sant'Uffizio: "Non c'è niente di soprannaturale" titolano oggi i maggiori quotidiani italiani commentando la notizia delle conclusioni a cui sarebbe arrivata la Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal cardinale Gerhard Ludwig Mueller. In realtà il verdetto finale sulle apparizioni in in Bosnia ed Erzegovina non c'è ancora ma arriverà solo dopo l’estate, probabilmente in autunno. E spetterà poi al Papa dire l'ultima parola.
A spiegare a che punto stanno le cose è il vaticanista della Stampa Andrea Tornielli, che ha precisato oggi nella sua rubrica Vatican Insider: «Alla Congregazione per la dottrina della fede non si sono svolte "plenarie" né la "feria quarta" dedicate alle apparizioni in Erzegovina. I cardinali e vescovi non hanno ancora esaminato il dossier, tutto è rimandato a dopo l'estate. Le anticipazioni su una presunta decisione fortemente negativa in merito a Medjugorje non hanno dunque fondamento perché nessuna decisione è stata presa. Papa Francesco ha sottolineato il suo apprezzamento per il lavoro svolto dal cardinale Ruini e dalle indiscrezioni riportate negli ultimi mesi è noto che le conclusioni della commissione non erano così negative: valorizzavano le prime apparizioni (quelle del giugno-luglio 1981) separandole da quelle successive, stigmatizzavano certi abusi ma riconoscevano i frutti spirituali sottolineando la necessità di una migliore cura pastorale e spirituale per veggenti e pellegrini, suggerivano di trasformare Medjugorje in un santuario a sé stante, o di includerlo in una nuova diocesi».
Secondo il giornalista Gianluca Barile, fondatore del movimento Tu es Petrus, si tratterebbe invece di "una smentita che non smentisce nulla". Barile sottolinea che «la riunione e/o il voto della Plenaria della Congregazione per la dottrina della fede è un aspetto marginale, essendo appunto del Papa, l’ultima parola». E poi riporta gli orientamenti consegnati al Santo Padre: le apparizioni “non constat de sopranaturalitate”; i “messaggi” della “Gospa” (la Signora, come viene chiamata dai veggenti), tranne quelli dei primissimi anni, sono inconsistenti e a tratti banali, dal punto di vista teologico; i “messaggi” non dovranno più essere resi pubblici, come avviene attualmente, ma essere trasmessi alla Congregazione per la Dottrina della Fede, per essere vagliati; i “veggenti” dovranno ritirarsi a vita privata, non tenere più incontri pubblici, sia a Medjugorje che in qualsiasi altro luogo del mondo e sottomettersi senza obiezioni e con la massima obbedienza, alle determinazioni della Chiesa; Medjugorje sarà riconosciuto come luogo di preghiera, ma i pellegrini, con la loro presenza, non dovranno autenticare le “apparizioni”; la parrocchia di Medjugorje resterà intitolata a San Giacomo e non diventerà Santuario Mariano intitolato alla “Gospa”.
Sulla vicenda si era espresso anche lo scrittore Vittorio Messori dicendo: «Se si sconfessassero le apparizioni addirittura temo qualcosa come uno scisma, perché Medjugorje ha rappresentato in questi anni il maggior movimento di masse di una cattolicità malridotta, dopo il Concilio. Molta gente a Medjugorje o ha ritrovato la fede oppure ha rafforzato una fede un po’ impallidita». E poi aveva lanciato un pronostico controcorrente: «credo che la decisione sarà interlocutoria». Cosa che in effetti è avvenuta.
Invece don Michele Barone, sacerdote che ha guidato a Medjugorje molti pellegrinaggi, aveva raccolto nei giorni scorsi la dichiarazione di una delle veggenti, Vicka Ivankovic: «Attendo con serenità e tranquillità quella che sarà la posizione del Papa. Sono in piena obbedienza alla Chiesa e la Madonna mi ha detto di non preoccuparmi».
Al Papa si è rivolto direttamente il devotissimo Paolo Brosio, giornalista e conduttore tv, con una lettera pubblica in cui scrive: «Caro Papa Francesco, ti hanno mentito, ti hanno detto una bugia per gettare discredito su un luogo di culto dove al primo posto ci sono confessione e Santa Messa, Rosario e digiuno», ha scritto. Per poi dichiarare: «Io speravo tanto che, quando era a Sarajevo, papa Francesco prendesse un elicottero e andasse a dire una preghiera sulla collina. Avrebbe capito tutto. Mi rendo conto, però, che non poteva farlo».
Ma il colpo più duro al mito di Medjugorje è venuto proprio dal Papa, che di ritorno dal suo recente viaggio a Sarajevo, senza nascondere la sua diffidenza, aveva criticato «quelli che sempre hanno bisogno di novità dell’identità cristiana e che hanno la garanzia dello Spirito e cercano: “Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?”». Con un palese riferimento alle apparizioni di Medjugorje. E che la Chiesa si stesse orientando verso il divieto a raduni pubblici dei veggenti si era capito già quando la diocesi di Modena aveva annullato l'incontro del 20 giugno a Sestola con la veggente Vicka.
La vicenda di Medjugorje è iniziata il 24 giugno del 1981, giorno in cui la Madonna sarebbe apparsa a sei bambini nella campagna del paesino della Bosnia-Erzegovina. Nel 1986 la Conferenza Episcopale della Jugoslavia vietò i pellegrinaggi a Medjugorje, divieto poi vanificato per l’impossibilità di fermare i pellegrini che ogni giorno si recavano nella parrocchia. Da allora il luogo è diventato il centro del turismo religioso per milioni di fedeli ogni anno. Nel 2011 è riuscita a scalzare il primato di Lourdes come meta di pellegrinaggio, e nel solo luglio del 2013 ha celebrato 143.400 comunioni, un record che né Lourdes né Fatima sono mai riusciti a raggiungere.
Foto GettyImages
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.