Mondo

Greenpeace, gli attacchi all’antrace opera di americani

E' quanto sostiene l'organizzazione nell'ultimo numero della sua rivista pubblicata ad Amburgo

di Gabriella Meroni

Gli attacchi all’antrace negli Stati Uniti, che hanno finora provocato la morte di sei persone, potrebbero essere opera di uno scienziato americano del programma di guerra biologica. E’ quanto sostiene Greenpeace nell’ultimo numero della sua rivista pubblicata ad Amburgo, secondo cui i sospetti si basano su informazioni provenienti dai delegati del governo di Washington alla Conferenza mondiale sulle armi biologiche di Ginevra e da scienziati indipendenti. Finora, afferma ancora l’organizzazione ambientalista, l’amministrazione di Washington si e’ rifiutata di divulgare il nome del laboratorio da dove arriverebbero le spore di antrace utilizzate per gli attacchi cosi’ come l’identita’ dello scienziato responsabile. La rivista di Greenpeace cita quindi la biologa americana Barbara Rosenberg, gia’ consigliere dell’ex presidente Bill Clinton, e l’esperto tedesco di armi chimiche Jan Van Aken, entrambi convinti che le spore di antrace rinvenute in alcune lettere in giro per gli Stati Uniti non provengano da laboratori del Medio Oriente. Cosi’, per esempio, spiegano, nella lettera inviata al leader dei senatori democratici Tom Daschle le spore erano mischiate a un gel di silice comunemente utilizzato nel programma di armi biologiche americane; in Paesi come l’Iraq, invece, afferma Greenpeace, si utilizza un’altra sostanza, il bentonite. Scopo del responsabile degli attacchi, secondo l’organizzazione ambientalista, sarebbe quello di costringere l’amministrazione americana ad aumentare la spesa per i programmi di guerra biologica. Le lettere, infine, sarebbero state preparate ben prima degli attentati negli Stati Uniti, ma inviate solo dopo l’11 settembre, con l’obiettivo di indirizzare i sospetti verso il Medio Oriente.


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