Cultura

Sergio Cusani si unisce al digiuno proposto dal Papa

Con lui, tra gli altri, Erri De Luca e Sergio Segio. Di seguito, il comunicato

di Gabriella Meroni

I recenti sviluppi delle operazioni belliche in Afghanistan dimostrano purtroppo quanto la guerra sia un piano inclinato, che si sa dove e come inizia ma che non si sa (e spesso non si vuole) poi fermare e mantenere entro dei limiti di modi, di tempo e di luogo. In Afghanistan, ancor più che nel Golfo o nei Balcani, si sta dimostrando quanto siano ipocriti e cinici gli ossimori inventati negli ultimi anni (ingerenza umanitaria, guerra giusta, guerra etica e quant’altro) per mascherare una verità semplice e tremenda: la guerra è strage e omicidio di massa, è catena di montaggio della morte, è barbarie che non sa fermarsi neppure dopo aver sconfitto i propri nemici. Anche i 600 morti in carcere a Mazar-i-Sharif dimostrano che le forze armate occidentali, e direttamente i marines USA, non solo non riescono ed evidentemente non vogliono impedire le esecuzioni sommarie, le stragi dei vinti, ma addirittura vi partecipano attivamente, come è successo a Mazar-i-Sharif. Questa tragedia nella tragedia sgombra il campo da tutte le retoriche con cui in queste settimane sono state zittite e derise le voci di quanti ammonivano sui rischi del clima di santa crociata, sui risvolti di compressione dei diritti anche in Europa e negli USA attraverso leggi speciali e liberticide, sul pericolo di allargamento dei conflitti e di allontanamento di ogni soluzione. Voci e argomenti che in queste settimane, in Italia, hanno avuto ascolto e cittadinanza nelle piazze e nella società ma hanno trovato sorda, o quasi, la politica e il Parlamento. Vogliamo, con questo appello, sperare che gli ultimi avvenimenti possano ridestare una responsabilità della politica e una coerenza delle coscienze affinché l?Italia e l?Europa per prime sappiano dire con forza: basta con le stragi e la barbarie, occorre ripristinare il diritto e le sue regole soprattutto sui vinti. Il 14 dicembre, su iniziativa del Pontefice, si terrà un digiuno per la pace e il dialogo tra i popoli. Noi, aderendo allo spirito di quell?iniziativa, in quella stessa giornata di venerdì 14 dicembre digiuneremo e invitiamo tutti a digiunare, con sit in e tende davanti a luoghi simbolici della propria città (ad esempio le carceri) con questi contenuti e parole d?ordine: – Basta con le stragi e la barbarie – Rispettare i vinti – Fermare le armi – Ripristinare le regole del diritto, le convenzioni internazionali e le leggi universali dell?umanità e della pietà Sergio Cusani, Sergio Segio, Paolo Cagna Ninchi, Erri De Luca Per adesioni e comunicazioni: sergiosegio@libero.it


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