Famiglia

Francesco: sulla famiglia partire dalla realtà non dalle ideologie

Un'intervista con il vaticanista Andrea Tornielli sul metodo di Bergoglio che è «partire dalla realtà e non dalle ideologie». Una strada, quella del Pontefice, che risulta ancora più evidente oggi in un frangente in cui l'argomento è al centro di tensioni e attriti anche all'interno della Chiesa

di Lorenzo Maria Alvaro

Continua la catechesi di Papa Francesco dedicato alla famiglia, in vista del sinodo di ottobre di cui proprio ieri è stato pubblicato l’Instrumentum laboris. Mentre proprio il tema della famiglia vive scossoni e contrapposizioni anche all'interno stesso della Chiesa il Papa, come spesso capita, spiazza. Bergoglio ha parlato di casi in cui la separazione è inevitabile o «persino moralmente necessaria» per sottrarre il coniuge debole o i bambini a violenza, sfruttamento, indifferenza. Come aiutarle? Come accompagnarle? «Come accompagnare perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma. Chiediamo al Signore una fede grande, per guardare la realtà con lo sguardo di Dio; e una grande carità, per accostare le persone con il suo cuore misericordioso» si chiede Francesco. Ne abbiamo parlato con Andrea Tornielli vaticanista de “La Stampa”.

Le parole del Papa, soprattutto in questo momento, sono particolarmente sorprendenti. Qual è il nodo, il cuore del metodo di Francesco?
Partire dalla realtà e non dalle ideologie. Qualunque esse siano. È dunque il suo uno sguardo sulla realtà delle famiglia. Fa vedere come esistano casi di famiglie lacerate. Dice quello che la Chiesa ha sempre detto: alla fine può essere più giusto separarsi per il bene dei figli e dei coniugi. Il punto è partire dalla realtà

Ma non rischia di essere una posizione confusa e confusionaria?
Lo sguardo del Papa indica qual è il cuore del messaggio cristiano. Il fatto che Gesù Cristo negli incontri che fa nel Vangelo parta dalle storie e dalle realtà delle persone che incontra sulla sua strada è il punto di riferimento. Questo non significa fare confusione tra ciò che è bene o ciò che è male. Il punto è da che cosa si parte. C'è un modo di parlare di dottrina e di valori che risulta repellente. Che fidelizza coloro che sono già dentro alcuni circoletti autoreferenziali ma finisce per rendere ancora più ostico stare difronte alla realtà vera, alla gente vera e ai problemi veri della gente. Ho come il timore che ci sia una parte del mondo cattolico che abbia finito per credere che la propria testimonianza e la propria fede stia nello schierarsi contro qualcuno. E tanto più sei contro qualcuno tanto più sei nel giusto.

Ma il Vangelo non è per sua natura di rottura, di contrapposizione in qualche modo?
È vero che il vangelo si pone in contraddizione. Ma allo stesso modo è anche vero che attirava e attira i peccatori. Non li respinge. Il tema vero è come si attirano i peccatori e come si testimonia la bellezza del vangelo, anche sulla famiglia. Ci sono tanti esempi di famiglia riuscita. Il tema è come, nel disfacimento totale dell'oggi, si testimoniano il vangelo e questi esempi positivi. C'è un modo di proclamare i valori che dal mio punto di vista non ha nulla di cristiano. Si può essere perfetti sulla dottrina e non essere cristiani. Ci sono pagine intere dei Vangeli che non lasciano dubbi su questo. Come lo scontro di Gesù con i dottori della legge. O il fatto che Cristo si mischi con i lebbrosi, con gli ultimi degli ultimi. Se il cristianesimo non è uno sguardo di misericordia non ha senso.

Questo significa che ogni persona va guardata e accolta singolarmente?
Nella Evangelii Gaudium c'è un punto in cui dice che un mezzo passo avanti fatto da una certa persona in una certa situazione vale cento passi avanti di un'altra persona in un'altra situazione. Il Cristianesimo non è una dottrina. Partire esclusivamente dalla dottrina la fa diventare un sistema di pensiero e, automaticamente, ideologia. Un sistema di pensiero che serve per criticare e giudicare tutto e tutti, tranne sé. Una sorta di radar per sparare a zero contro tutto ciò che non corrisponde al proprio schema. Ma questo non solo è anti cristiano ma anche anti umano. Perché rende impossibile la compassione e l'empatia con l'umano. Che è invece, come continua a dimostrare Papa Francesco, l'unico modo per testimoniare il Vangelo


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