Sostenibilità
“Ultima chiamata” per Europa 2020
Si tiene oggi a Expo la Conferenza internazionale organizzata da Sodalitas che mette a confronto una quarantina di imprese "responsabili". L'esempio di Lexmark International, l'azienda produttrice di stampanti in prima fila per ridurre l’impatto ambientale
Mancano solo cinque anni all’obiettivo indicato dalla Strategia Europa 2020: realizzare nel Vecchio Continente una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Gli obiettivi da raggiungere vanno dall'occupazione all'innovazione, dall'istruzione all'inclusione sociale e alla sostenibilità ambientale. E sono tutti obiettivi molto ambiziosi, a cominciare dalla diminuzione di 20 milioni di poveri e dalla creazione di posti di lavoro per almeno il 75% dei 600 milioni di abitanti tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro.
Per questo qualcuno parla di "ultima chiamata" per l'Europa, visti anche i ritardi dei governi nell'attuazione delle strategie per una crescita solidale e sostenibile. E proprio Last Call to Europe si intitola la Conferenza Internazionale dedicata alla Sostenibilità che Fondazione Sodalitas ha organizzato oggi a Expo 2015 in collaborazione con CSR Europe. Protagoniste le imprese europee all’avanguardia per l’impegno dedicato a sviluppare l’agenda della sostenibilità su temi che vanno dalla digital education ai Big Data, dalla sharing economy alle smart city, dell’impresa sociale all’inclusione.
In occasione della Conferenza Internazionale viene anche presentato il Milan Manifesto – Enterprise 2020, strumento con cui avviare un dialogo tra la Commissione Europea e le imprese sui temi della Csr. Non una generica dichiarazione di intenti, ma un’indicazione pratica sulle priorità e gli impegni delle imprese più avanzate di tutta Europa per costruire un futuro di crescita e inclusione.
Tra le circa 40 aziende "virtuose" protagoniste di Last Call to Europe per presentare i progetti che hanno adottato in tema di sostenibilità c'è anche Lexmark International. Con un fatturato di oltre 3,7 miliardi di dollari nel 2013, 13mila dipendenti e dipartimenti in 70 Paesi, questa azienda tecnologica globale è leader mondiale nel settore delle stampanti, ma è anche da sempre impegnata nell'ambito della Responsabilità Sociale d’Impresa e per il rispetto dei principi contro gli sprechi.
Fin dal 1991, infatti, Lexmark offre alle aziende clienti semplici modalità per la restituzione delle cartucce toner esauste attraverso il Lexmark Cartridge Collection Program (LCCP) e aiuta a trarre il massimo vantaggio dal minimo di risorse con una particolare attenzione all'efficienza e alla riduzione dei rifiuti. Grazie alla restituzione delle cartucce esauste, Lexmark è stata in grado di aumentare notevolmente l’utilizzo del contenuto di materiale riciclato nella fase di produzione e di lanciare la linea di cartucce toner più ecologica dell’azienda, denominata Corporate Cartridge. «Queste nuove cartucce rappresentano il nostro fiore all'occhiello in fatto di prodotti di consumo eco-compatibile. Lexmark vanta una forte storia d’innovazione e impegno in ambito di Responsabilità Sociale d’Impresa e sostenibilità ambientale: per noi questo è un valore importante: », dice Sylvie Thomas, Head of Corporate Social Responsability di Lexmark Emea (Europe Middle East & Africa), che alla Conferenza Last Call to Europe tiene un intervento per spiegare i risultati dell'azienda. «Abbiamo ridotto le emissioni di CO2 del 45% dal 2005. Uno dei nostri principali obiettivi in termini di efficienza delle risorse è l’incremento nell’utilizzo di contenuti plastici riciclati dopo il consumo (postconsumer recycled, PCR) nelle nostre cartucce di toner, dal 10% attuale al 25% entro il 2018», illustra Sylvie Thomas. «Nel processo di creazione di nuove cartucce di toner, la necessità di materiale plastico da estrarre, raffinare e processare viene ridotta del 10%. Una volta raggiunto questo obiettivo, l’impatto annuale supererà le 1000 tonnellate di plastica evitata. Nell’Unione Europea, la popolazione consuma 91 kg di prodotti plastici a persona: il nostro risultato annuale equivale al consumo di quasi 11.000 persone».
Un modo di applicare in concreto i principi dell’economia circolare.
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