Welfare

Apre il primo ristorante italiano dentro un carcere

Da luglio 2015 nella Casa di reclusione di Milano Bollate si potrà pranzare e cenare sei giorni su sette con i piatti di qualità preparati dai cuochi detenuti della cooperativa Abc La sapienza in tavola. "Nessuna sperimentazione, si tratta di una vera e propria attività che vuole misurarsi con il mercato del lavoro"

di Daniele Biella

"Assoluta professionalità, anni di esperienza come cuochi e camerieri, ora al servizio dei cittadini in un ristorante aperto al pubblico all'interno del carcere che vuole essere visto come un luogo in cui si va per mangiare bene, non per fare una buona azione". E' più che chiaro il messaggio con cui Silvia Polleri, presidente della cooperativa sociale Abc La Sapienza in tavola, che da anni opera nella Casa circondariale di Bollate, nel lanciare un'iniziativa unica nel suo genere a livello italiano e una delle prime a livello mondiale (in Galles, a Cardiff, c'è The Clink): l'apertura, dal prossimo luglio 2015, di un luogo dove potere consumare pranzo e cena – dal lunedì al sabato – contando su qualità e competenza.

Il ristorante, che sorgerà all'interno dell'Istituto di pena ma sarà situato tra la portineria e gli uffici, ovvero lontano dalle zone detentive, prevede circa 50 coperti e uno staff di quattro persone detenute più quattro tirocinanti della scuola alberghiera Paolo Frisi attiva all'interno del carcere. "Verrà servita cucina italiana, con la speranza che oltre alla curiosità iniziale, i clienti ritornino spinti dal buon trattamento. Si tratta di un'occasione speciale per confrontarsi con il vero mercato del lavoro, per questo deve essere chiaro fin dall'inizio che non si tratta di una precisa volontà imprenditoriale", aggiunge Polleri.

Oltre a questo, naturalmente, "c'è l'ulteriore volontà di far incontrare il carcere e la città, per conoscersi più da vicino e superare i pregiudizi di sorta". Mancano solo le ultime carte e nel giro di poche settimane il ristorante sarà realtà: "poi basterà solo prenotare, e venire a mangiare".

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