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La vita che riparte dalle cose semplici

Il centro di accoglienza di via Aldini a Milano, ha ospitato 28mila e 500 migranti. Il piano interrato della struttura è occupato da scaffali di scarpe e vestiti, frutto delle generose donazioni dei cittadini. La raccolta è gestita dalla onlus "Insieme si può fare"

di Anna Spena

Il centro di accoglienza migranti più grande presente a Milano è quello di via Aldini 74. Aperto ad ottobre 2013, fino ad oggi, ha ospitato 28mila e 500 migranti. La struttura è una ex scuola media. È gestita da Fondazione Progetto Arca.

La casa di accoglienza si sviluppa su tre piani, le ex aule ora sono tutte adibite a dormitori. C’è anche un altro piano interrato, è quello che colpisce di più. Un corridoio occupato da lunghi scaffali dove sono accuratamente riposti centinaia di paia di scarpe di tutte le taglie. Nelle stanze adiacenti, allo stesso modo, sono sistemati i vestiti. A occuparsi delle raccolta, sistemazione e distribuzione degli abiti è l'associazione "Insieme si può fare" che collabora con Progetto Arca dal 2013.

«Ci confrontiamo con tante culture», dice la responsabile del centro Tamara Pacchiarini, «Una donna musulmana non indosserebbe mai una maglia che lascia scoperte le braccia. Perciò è importante selezione e sistemare bene tutti i capi che ci arrivano». Non mancano neanche stand di borse e accessori femminili, le donne che arrivano dopo lunghe traversate in mare, vogliono riprendere in mano la vita e riappropriarsi della loro femminilità.


L’abbondanza dei vestiti è il frutto della generosità di tanti cittadini, che da più di un anno a questa parte, si recano quotidianamente al centro per fare la loro donazione. Per i migranti che arrivano, si mettono sempre a disposizione due cambi completi. Possono portarli con loro prima di partire, se lo vogliono.

Foto di Alessandro Frangi

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