Welfare

“Valgo anch’io”, un nuovo marchio di qualità per i ristoranti

Lanciato dalla comunità di S. Egidio, segnalerà i locali dove lavorano i disabili. Luigi Bobba: «Un'iniziativa esemplare che contribuisce a far diventare l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità non una eccezione ma un momento ordinario delle politiche del lavoro

di Marina Moioli

Da oggi c’è un nuovo marchio di qualità da scoprire nel mondo della ristorazione. È il bollino “Valgo anch'io”, lanciato dalla Comunità di Sant’Egidio per indicare quei locali che danno un’occupazione ai disabili ma anche che si tratta di strutture dove c’è amicizia e rispetto delle persone. Come il celebre marchio del Gambero Rosso o la chiocciolina di Slow Food, è stampato su un adesivo e verrà attaccato all’entrata dei ristoranti per indicare alla clientela il valore sociale della struttura, dato dalla presenza di lavoratori con disabilità.


Il nuovo marchio di qualità è stato presentato durante il convegno organizzato nella sede della Confcommercio a conclusione del terzo corso di formazione per commis di sala e cucina organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha coinvolto, dal giugno 2014 al maggio 2015, 50 giovani con disabilità di Roma, Bari e Novara attraverso lezioni teoriche e pratiche orientate al servizio di sala e cucina, e tenute da professionisti del settore, importanti chef e ristoratori. Una sfida con cui sono riusciti a vincere pregiudizi e diffidenza, provando che i disabili nel mondo del lavoro sono un valore aggiunto. Circa 30 dei partecipanti, infatti, hanno già trovato lavoro in mense scolastiche e universitarie ma anche in grandi ristoranti come Il Convivio, Baccano, La Zanzara, Romeo, Glass, Roscioli, Eataly, Baba, All'Oro, Rist. Hotel Majestic.

Il modello per dare il via al progetto è stata l’esperienza della “Trattoria degli Amici” di Trastevere, dove si è svolta la formazione e dove oggi sono impiegate 13 persone con disabilità su un totale di 20 dipendenti, che dimostra come la disabilità non sia di per sé un ostacolo insormontabile, anzi si possa trasformare in occasione di originalità e competenze.
Il presidente della comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, ha ricordato il grande entusiasmo dei ragazzi speciali, invitando a non disperdere questa risorsa: «Sono un cocktail vincente», ammette, «perché oltre alla loro simpatia, alla loro voglia di lavorare, innescano sia nei clienti sia nei colleghi «quell’amicizia, quella voglia d’aiutarsi, di venirsi incontro, che supera l’atteggiamento competitivo e che crea veramente un ambiente di lavoro più umano». 


Anche il sottosegretario al Ministero del Lavoro Luigi Bobba, intervenendo al convegno, ha elogiato quella che ha definito una «iniziativa esemplare» che contribuisce «a far diventare l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità non una eccezione ma un momento ordinario delle politiche del lavoro, frutto di convinzione, ma anche di convenienza, perché si passa dalla mera assistenza alla collaborazione, promuovendo competenze, rimuovendo meccanismi di esclusione, creando opportunità». Nel nostro Paese, però, la disoccupazione dei disabili è doppia rispetto al totale e, pur avendo fatto qualche passo in avanti con la legge 68/99, il tema del loro inserimento è ancora una nota dolente. «Per questo», ha promesso il sottosegretario Luigi Bobba, «con il ministero dello Sviluppo economico stiamo lavorando a un decreto in cui s’istituisce un fondo rotativo per imprese sociali destinato all’inclusione. Perché la società inclusiva crea maggiore sviluppo».

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