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Burundi, esecuzioni e scandali finanziari dietro le mosse del presidente
Alla luce della volontà di Nkurunziza di tenere il potere contro la legge, facendosi rieleggere in modo illegale per un terzo mandato, ci sarebbero scheletri negli armadi pronti a uscire. "Sta giocando con il fuoco, tradendo l'azione per la democrazia con cui era salito al potere", spiega l'esperto padre Giulio Albanese
"E' inquietante quanto sta accadendo in Burundi in queste ore. La volontà del presidente Pierre Nkurunziza di ricandidarsi oltre il secondo mandato, infrangendo così la legge, lo sta portando a giocare con il fuoco, mettendo a repentaglio la vita di milioni di suoi concittadini e tradendo lo spirito con cui era salito al potere". Padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista esperto del continente africano, non ha dubbi sul pericolo rappresentato dall'escalation autoritaria del leader burundese. "Era diventato presidente dopo avere guidato un gruppo ribelle, il Cndd (Consiglio nazionale per la difesa della democrazia), poi trasformatosi in partito. Ora si dimostra attaccato al potere come già successo a tanti altri presidenti africani".
Quali i motivi che lo spingono a volere rimanere presidente nonostante la legge? "I media del paese, in particolare una radio locale, hanno fatto inchieste secondo le quali sono almeno due le ragioni per cui non vorrebbe mollare il potere: la prima è nascondere un certo numero di esecuzioni contro civili dissidenti, in particolare, secondo queste fonti, perpetrata dalla sua intelligence, la polizia segreta", continua Albanese, "la seconda è legata a presunti scandali finanziari legati ad appropriazioni indebite di fondi pubblici che, una volta usciti allo scoperto nel momento in cui ui non fosse più primo cittadino, lo porterebbero dietro le sbarre".
Lo scenario in Burundi, con la crescente avversione popolare verso il presidente, sta facendo breccia nelle diplomazie internazionali. "Ma l'interesse verso questo paese, povero di risorse al contrario dei vicini come Congo o Ruanda, è molto ridotto", sottolinea Albanese, "e l'instabilità che si sta generando può provocare danni ulteriori come far diventare il paese un porto franco per il contrabbando di vari materiali". La società civile? "E' attiva, ma per ora non riesce ad avere il peso che meriterebbe. Il fatto che Nkurunziza fosse ben visto come leader di tutto nella sua elezione nel 2005 mentre ora è l'opposto, sta compromettendo tutto un percorso di democrazia che aveva risollevato il paese africano dopo gli anni bui delle guerre civili del passato".
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