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Azzi: «La cooperazione è l’unica via di sviluppo per l’Africa»

Il presidente di Federcasse commenta l'appello lanciato su Vita.it da Johnny Dotti. «Lo sviluppo è il nuovo nome della pace. I progetti debbono diventare programmi e poi, auspicabilmente, paradigmi. Questo è quello che il Credito Cooperativo sa, può e vuole fare, con concretezza ed umiltà»

di Alessandro Azzi

Ho letto con attenzione l'appello di Johnny Dotti. Condivido per intero la preoccupazione e la convinzione che soltanto un piano serio di intervento e cooperazione possa consentire all'Africa di trovare un proprio sentiero di sviluppo e, soprattutto, di evitare ulteriori tragedie umane.

È stato affermato con grande lungimiranza quasi 50 anni fa da un Pontefice che «lo sviluppo è il nuovo nome della pace». La storia ha dimostrato quanto quella intuizione fosse profondamente vera; la cronaca conferma quanto attuale sia ancora oggi. Occorrono fatti, come giustamente rileva Dotti.

Mi fa piacere, allora, rendervi partecipi di una iniziativa che il Credito Cooperativo, nella logica che ben conoscete di una cooperazione che parte “dal basso” e si fonda sul protagonismo dei soggetti, sta portando avanti in Togo. Il progetto, avviato ormai da tre anni nel quadro di un accordo di cooperazione che coinvolge la realtà di Confcooperative specializzata nella cooperazione allo sviluppo, Coopermondo, ha consentito di mettere a disposizione circa due milioni di euro di finanziamenti a favore di due federazioni di casse rurali togolesi partner (FECECA V con 13 casse di base e URCLEC con 11 casse).

Gli obiettivi dell'iniziativa sono essenzialmente quattro:

  1. Favorire un migliore accesso al finanziamento, soprattutto di medio e lungo termine, da parte del mondo rurale togolese finalizzato a promuovere lo sviluppo delle principali filiere agricole del Paese e di accrescere la quota di  valore aggiunto delle produzioni locali;
  2. Contribuire ad una maggiore professionalizzazione delle realtà finanziarie partner;
  3. Supportare un rafforzamento delle capacità delle organizzazioni contadine sia sul piano tecnico, in relazione allo sviluppo della catena del valore in agricoltura, sia sul piano organizzativo e istituzionale;
  4. Rafforzare le capacità di rappresentanza delle istituzioni di micro finanza (IMF) e delle organizzazioni dei contadini al fine di migliorare i meccanismi di finanziamento dell'agricoltura e il quadro politico-istituzionale in cui il settore si inserisce.

Le risorse messe a disposizione dal pool delle BCC hanno consentito ai partner togolesi di finanziare (dati al 31/01120 15), 60 cooperative o associazioni di contadini o singole famiglie aderenti ad una organizzazione contadina. Inoltre, almeno 60 domande di finanziamento sono ancora nella fase d'istruttoria da parte dei partner. Dai dati ·disponibili, i 60 finanziamenti finora erogati beneficiano almeno 6.500 famiglie (soci e lavoratori delle organizzazioni beneficiarie) e si distribuiscono come segue:

  • 44% alla produzione agricola di base;
  • 27% alla produzione di pollami;
  • 16% alla trasformazione dei prodotti agricoli;
  • 7% alla commercializzazione;
  • 4% all'allevamento del bestiame;
  • 2% all'apicultura.

Le piccole iniziative di cooperazione, tra cui questa di cui siamo protagonisti come BCC, certamente non esauriscono la necessità, urgente, di individuare risposte ancor più “sistemiche”. I progetti debbono diventare programmi e poi, auspicabilmente, paradigmi. Ma ciò richiede tempo.

È utile, allora, in attesa che si svegli una coscienza, politica ancor prima che morale, dell'Europa e dei Paesi, come l'Italia, più da vicino sollecitati dalla pressione che viene dall'Africa, continuare a lavorare perché in quelle realtà possa crescere lo sviluppo. Partendo dal garantire la sussistenza, poi la possibilità di produrre per il mercato e di valorizzare le tipicità, con il credito che costituisca una delle infrastrutture del processo. Questo è quello che il Credito Cooperativo sa, può e vuole fare, con concretezza ed umiltà.

Alessandro Azzi, presidente di Federcasse

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