Mondo
Burundi nel caos. La folla in strada e quei bambini lasciati soli
Avsi chiude il centro MEO per sicurezza. «Molte persone del nostro staff non riescono ad uscire dai quartieri periferici dove abitano per paura di finire in mezzo alle manifestazioni. Devono rimanere in casa. Abbiamo paura per i nostri bambini. Speriamo di tornare presto alla normalità», racconta la responsabile dell’associazione Monica Treu
«Il Centro MEO (Maman Enfants Orphelin) rimane chiuso, in quanto il quartiere di Cibitoke è fortemente colpito dalle manifestazioni e dall'insicurezza. Molte persone del nostro staff non riescono ad uscire dai quartieri periferici dove abitano per paura di finire in mezzo alle manifestazioni. Devono rimanere in casa».
Queste le parole di Monica Treu, responsabile progetti AVSI in Burundi, a seguito delle proteste a Bujumbura contro il terzo mandato del presidente uscente Pierre Nkurunziza. Ormai quasi ogni giorno si verificano proteste e disordini, centinaia di manifestanti nelle strade della capitale con morti e feriti. Dopo il si della Corte costituzionale al terzo mandato del presidente, il vicepresidente è fuggito dal paese denunciando le pressioni da parte della presidenza sull’emissione di una sentenza favorevole per Nkurunziza. La tensione in città resta alta.
«I quartieri Nord di Bujumbura, dove si trova la struttura del Centro che gestiamo, sono caratterizzati da un forte degrado e dalla mancanza di igiene già in situazioni di vita normali», racconta Treu, «al Centro MEO accogliamo bambini e ragazzi che vivono in condizioni difficili e cerchiamo di migliorare la qualità della loro vita attraverso interventi in ambito psico-sociale, educativo–ricreativo e medico–sanitario». «Ora che dobbiamo tenere chiuso il Centro a causa delle proteste», continua la responsabile, «abbiamo paura per questi bambini già normalmente lasciati soli e bisognosi di tutto. Speriamo si possa tornare presto alla normalità».
Il Burundi è uno tra i paesi con il peggior tasso di sfruttamento minorile al mondo: lavora un bambino su cinque. E con alle spalle decenni di guerra civile tra le comunità Hutu e Tutsi che hanno limitato lo sviluppo sociale, politico ed economico di un paese che oggi si trova al 166° posto nella classifica mondiale degli indicatori di sviluppo. AVSI è presente in Burundi dal 2001, anno in cui è stato fondato il Centro “Maman Enfants Orphelin” (MEO), e in questi 14 anni è al fianco della popolazione con progetti educativi e di vero sviluppo.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.