Mondo

I due Buddha afghani di Bamyian rinasceranno

Per iniziativa di un sito Internet e la collaborazione di esperti afghani e internazionali

di Gabriella Meroni

Le due gigantesche statue di Buddha distrutte in Afghanistan dai talebani otto mesi fa potrebbero venire ricostruite, nuove ma identiche. Paul Bucherer, curatore dell’Istituto e museo afgano che ha sede in Svizzera, ha lanciato una campagna di raccolta di fondi: serve un milione di dollari (circa due miliardi di lire). L’iniziativa è sostenuta anche da Bernard Weber, capo della fondazione “Le nuove sette meraviglie”, un sito Internet dove si votano le meraviglie del mondo contemporaneo. I Buddha erano stati intagliati nella roccia di una delle montagne che circondano la valle di Bamyian fra il 200 e il 400 dopo Cristo da artisti eredi dei greci che avevano vissuto in Afghanistan dopo la conquista del Paese da parte di Alessandro Magno nel 300 avanti Cristo. Lo scorso marzo i talebani li avevano distrutti nonostante gli appelli della comunità internazionale. Secondo loro, le statue andavano eliminate perché idolatre e quindi offensive per i musulmani. L’Unesco (Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura) definì quel gesto un “crimine contro la cultura” e una “tragedia culturale” per il mondo intero. Sul sito internet www.new7wonders.org, ci sono le spiegazioni di come si intende fare per ricostruire le due statue. La proposta è tutta futuribile. Il progetto prevede tre passaggi: una ricostruzione tridimensionale delle immagini delle statue al computer, la preparazione di due modelli in scala e infine, la ricostruzione a Bamyian, quando le condizioni politiche lo permetteranno. La fase iniziale del progetto sarà gestita dall’Istituto afgano, che ha sede a Bubendorf, vicino Zurigo, con la collaborazione di esperti tedeschi, austriaci e svizzeri.   Saranno usate le immagini contemporanee dei Buddha, le misurazioni pare molto precise di un cartografo svizzero dell’università austriaca di Graz, Robert Koska, che visitò i Buddha negli anni Settanta, e le descrizioni dei viaggiatori cinesi e arabi del XII e del XIII secolo, arrivate fino ai giorni nostri. Il museo di Bubendorf esiste dall’inizio degli anni Novanta e raccoglie centinaia di oggetti religiosi e culturali provenienti dall’Afghanistan. Mentre i talebani, dal ’96 in poi, distruggevano sistematicamente ogni traccia della storia, Bucherer raccoglieva oggetti in quella che oggi lui chiama “la casa provvisoria dell’Afghanistan””, sottolineando che tutto sarà riportato nel Paese non appena sarà possibile. Riguardo alle due statue, Bucherer ha precisato, in un’intervista al “Sunday Telegraph”, che “sono fra le prime rappresentazioni del Buddha nella storia e distruggendoli è stato cancellato il legame fra cultura asiatica e cultura occidentale”. (Cnn)


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