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Pistelli: «L’Italia sulle politiche di sviluppo ha appena iniziato la strada»
Il vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale risponde alla lettera aperta che gli aveva inviato, tramite Vita.it, coordinamento di Concord Italia chiedendo che il Governo non abbassasse la guardia sulle politiche di sviluppo
Il 2 aprile scorso il coordinamento di Concord Italia, per voce di Francesco Petrelli, si era appellato con una lettera aperta pubblicata da Vita.it al vice ministro degli Affari Esteri Lapo Pistelli, chiedendo al Governo di non abbassare la guardia sulle politiche di sviluppo.
Oggi il vice ministro ci ha inviato la risposta, che pubblichiamo qui.
Caro Francesco,
ti ringrazio delle sollecitazioni tue e della rete Concord, sempre costruttive e utili, specie quando sono svolte in quel dialogo franco e aperto che tu ricordavi, lo stesso che ha portato alle innovazioni legislative che donano una nuova prospettiva alla cooperazione italiana.
Sono rinfrancato per il riconoscimento del lavoro svolto dal Governo italiano nel corso del semestre di Presidenza europea, grazie al quale si è ottenuta la definizione di una posizione comune sull’Agenda post 2015, risultato non scontato e che facilita il complicato esercizio negoziale in seno alle Nazioni Unite.
L’Italia attraverso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione continuerà a partecipare attivamente alla fase di definizione di goal e target di quella che sarà la futura “grammatica dello sviluppo”, impegnativa per tutti i Paesi, e lo farà rimanendo disponibile a integrare nelle proprie linee politiche suggerimenti e sollecitazioni positive degli attori della società civile.
In prossimità del primo degli appuntamenti cardine di questo 2015, la Conferenza di Addis Abeba, devo dire che stiamo tentando di serrare le fila con i partner europei al Consiglio di maggio per coordinare anche in quella sede una posizione forte, avanzata e coerente dell’Europa. Il nostro Paese si pone tra quelli che ribadiscono la validità e il valore politico dell’obiettivo dello 0,7 %, pur sapendo che altri partner mostrano maggiori incertezze, invitano a maggiore realismo e pragmatismo nel considerare le difficoltà dei bilanci pubblici, e il senso di un impegno europeo in assenza di altri impegni da parte di altri donatori. Certo, poi, l’asticella la si deve saltare, non solo accontentarsi di poggiarla sui sostegni.
Sappiamo che la nostra rincorsa parte da molto lontano. Perciò il nostro atteggiamento, per essere serio e credibile, non deve essere inutilmente retorico o declaratorio. I primi passi li abbiamo mossi. Il nostro ODA è tornato a crescere un po’, lasciandosi indietro i periodi più bui; il clima in Parlamento è migliore; nella legge di riforma viene fissato il principio del riallineamento graduale; per la prima volta si è aperto con il Ministero dell’Economia ai più alti livelli un confronto vero e organico sui mezzi per perseguire i risultati che tu ricordavi – il riavvicinamento alla media europea – e per dare stabilità e certezza alle risorse da investire in sviluppo. Tengo a riportare una citazione, non brevissima, dal DEF in approvazione dal Consiglio dei Ministri che stabilisce il nostro percorso: «Il Governo riafferma l’impegno a perseguire il riallineamento graduale dell’Italia agli standard internazionali della Cooperazione allo sviluppo (media Paesi OCSE), con l’obiettivo di migliorare la qualità e la quantità dell’APS. Ciò, in sintonia con quanto previsto dall’art.30 della legge n. 125 del 2014 sulla riforma della cooperazione allo sviluppo, permetterà di rilanciare il profilo internazionale dell’Italia, la presenza in aree strategiche, le eccellenze e i vantaggi comparati. Per il triennio 2016-2018, si sottolinea l’impegno del Governo a perseguire il predetto percorso di riallineamento secondo il seguente profilo di spesa: 0,18 per cento nel 2016, 0,21 per cento nel 2017 e 0,24 per cento nel 2018. Tale percorso porterà nel 2020 a raggiungere l’obiettivo dello 0,30 per cento – anche tenuto conto dei negoziati attualmente in corso per la definizione della nuova Agenda per lo sviluppo sostenibile – nella prospettiva del raggiungimento, da parte dell’Unione Europea nel suo complesso, dell’obiettivo dello 0,7 per cento. A tal fine, l’azione pubblica dovrà necessariamente concentrarsi su quantità e qualità degli stanziamenti annuali, continuando l’opera di riqualificazione e razionalizzazione della spesa, anche alla luce delle innovazioni introdotte dalla legge sulla riforma della cooperazione allo sviluppo del 2014 basata su principi di unitarietà dell’azione e operatività in sinergia con il Parlamento, i cui decreti di attuazione sono al momento in fase di emanazione».
La vostra lettera menziona altri punti importanti.
Sul tema della coerenza delle politiche, la nuova legge- come sapete – ha innovato creando le premesse per un sistema italiano della cooperazione attraverso il CICS (Comitato Interministeriale per la Cooperazione allo sviluppo), la presenza di un Vice Ministro, il ruolo stesso del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo dove tutti gli attori richiamati dalla legge disporranno di uno strumento di partecipazione. Credo che l’elaborazione di un “Piano nazionale per la coerenza delle politiche” potrebbe rappresentare una bella sfida comune, al completamento dell’implementazione della legge, un segno che il nuovo hardware e un nuovo software possono produrre impegni finora mai immaginati.
Sapete quanto tengo al tema immigrazione, al bisogno di uscire dalla tenaglia necessitata di un approccio o solo umanitario o solo securitario per leggere questo fenomeno storico con le lenti di un corretto e strategico co-sviluppo. Siamo tutti ancora troppo indietro. Dunque il confronto sarà necessario e urgente per cominciare a cambiare la situazione sul terreno e la mentalità. Il nuovo Consiglio Nazionale della Cooperazione che convocheremo nel giro di un mese, potrebbe essere il luogo ideale per svolgere questo approfondimento, vedendo la partecipazione di tutti gli attori interessati: l’istituzione di un tavolo tematico e di lavoro su questo tema risponde esattamente a una delle finalità che il Consiglio dovrà svolgere.
E a proposito di mentalità, due ultime righe sulla educazione. Abbiamo firmato una convenzione con il MIUR per una prima esperienza sulla educazione nelle scuole. E’ fra le molte cose che dovremo fare vivere nei prossimi mesi. Il passo successivo potrebbe essere una “strategia nazionale di Educazione alla Cittadinanza Globale” o come la vorremo chiamare. Anche in questo caso, uscire dalla episodicità per un approccio più strutturato, stabile e coerente. Siamo convinti, infatti, che il sostegno alle politiche di cooperazione passa anche attraverso un consenso sociale, una consapevolezza collettiva che consideri l’impegno in cooperazione un investimento in stabilità, pace e sviluppo sostenibile.
Ci sono molti altri argomenti che voi non ponete nella lettera ma che dovranno costituire argomento di confronto prossimo.
La strada è appena iniziata.
Con amicizia.
Lapo Pistelli, vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
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